Dyvo, strategie e risultati del progetto di validazione del volontariato.

Martedì, 14 Febbraio 2023

Due gli anni di attività con training internazionali e workshop, volontari e tutor coinvolti, tecnologie messe a punto. Numerosi sono i risultati raggiunti dal modello Digital technologies for validating young volunteers competences per la valorizzazione dell’esperienza del volontariato tra i giovani, anche in chiave di occupabilità. Il progetto, sostenuto da  supportato dal programma Erasmus +, ha visto il CSV Marche come capofila di una rete di partner internazionali.

 

ANCONA - Ventiquattro i mesi di ricerca del progetto, che hanno coinvolto dodici supervisori, trenta tutor, trenta volontari e sette volontari con disabilità. Quindici i workshop organizzati che hanno visto la partecipazione di settanta persone, tre i training internazionali, venti le certificazioni blockchian emesse durante il percorso. I numeri appena elencati vengono dal progetto DYVO , acronimo di Digital technologies for validating young volunteers competences, un piano terminato lo scorso novembre e che per due anni ha visto una rete di soggetti europei lavorare assieme per l’elaborazione di un nuovo modello per il riconoscimento e la convalida delle competenze acquisite attraverso l'apprendimento non formale e informale nel campo del volontariato giovanile. Con lo scopo di migliorare l'occupabilità e la partecipazione sociale dei giovani, nonché la qualità del lavoro svolto dalle organizzazioni giovanili di volontariato. Hanno preso parte ai lavoro i partner CSV Marche come capofila e Warehouse Hub, entrambi dall’Italia; Enter Netwok dall’Austria, Jaunuolių  Dienos Centras dalla Lituania e  CEV - Centre for European Volunteering dal Belgio e i ciprioti di Pundi X 365 che hanno curato la parte più tecnologica del progetto. Dyvo è stato supportato dal programma Erasmus +, tra le sperimentazioni che mirano alla  realizzazione di nuovi strumenti di certificazione, o alla realizzazione di Policy Recommendations da portare in seno alle istituzioni Europee

Gli esperti che hanno  lavorato al modello divo Dyvo, - un’equipe di ricercatori, project manager, formatori, operatori di associazioni di volontariato, esperti di comunicazione e tecnologie digita -  si sono impegnati ad amalgamare in un unico sistema di valutazione le numerose griglie di validazione delle esperienze volontaristiche che ad oggi sono state già elaborate su scale internazionale. Fra tutte, per incidenza e diffusione, quella del metodo Lever Up, conta 36 strumenti per realizzare i cinque passaggi che consentono a un volontario di essere in grado di comprendere, identificare, documentare e fare validare le proprie competenze attraverso la creazione di un portfolio che le dimostri e le supporti con documenti e prove.

Forte delle esperienze di validazione pregresse e già elaborate, il modello Dyvo in questi mesi di ricerca è maturato grazi e anche ai tre training internazionali e  ai quindici workshop formativi che  sono stati occasione per riflettere sul tema delle competenze trasversali e per disseminare buone pratiche nella rete dei partner coinvolti, grazie al con il coinvolgimento di tutor e volontari.
Il certificato Dyvo, nella sua essenza, si basa su un quadro fondato da tre macro aree di competenze trasversali tipiche del volontariato, attraverso cui il volontario effettua il suo percorso  formativo: personali, sociali e metodologiche. Ognuna di queste macro aree poi si particolareggia in altre soft skills più specifiche. Dieci in tutto: motivazione, empatia, adattabilità, autocoscienza (area personale), comunicazione, leadership, collaborazione (sociale) problem solving, innovazione e creatività, pensiero etico e sostenibile (metodologiche). Sta al volontario modellare il proprio percorso dentro questa mappa, in un cammino che attraversando tutte le marco aree si dirama poi attraverso le soft skills predilette e meglio maturate. Una strada di crescita, questa, che il certificato Dyvo è in grado poi di tracciare.

Non solo, la piattaforma Dyvo si basa sulla tecnologia blockchain per la gestione del processo di validazione delle competenze dei giovani volontari. Processo che consente di gestire ogni fase della validazione in modo semplice: identificare e documentare le competenze acquisite, produrre un portfolio individuale di competenze, certificarlo attraverso la tecnologia blockchain. Nel progetto è stata anche sviluppata la App Dyvo, che resa a disposizione delle organizzazioni di Terzo settore, per convalidare online le competenze trasversali acquisite dai propri volontari.
Il percorso si è concluso con la conferenza finale del 18 novembre di Bruxelles, “The Dyvo Model: a Methodology for Validating Competencies acquired in the Voluntary Sector” che ha visto la partecipazione di tutto il gruppo di lavoro di Dyvo e gli interventi di Koen Nomden, (DG EMPL, European Commission) sul tema “Team Leader - Skills and qualifications transparency and recognition e quindi di Pauline Boivin(Life-Long Learning Platform - LLLP), su Project and Policy Manager. Entrambi gli esperti hanno espresso i loro apprezzamenti per i risultati raggiunti da Digital technologies for validating young volunteers competences.