Domenica, 23 Maggio 2010 02:00

Animazione territoriale

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Il volontariato svolge un ruolo politico: partecipa attivamente ai processi della vita sociale, favorendo la crescita del sistema democratico; soprattutto con le sue organizzazioni sollecita la conoscenza ed il rispetto dei diritti, rileva i bisogni e i fattori di emarginazione e degrado, propone idee e progetti, individua e sperimenta soluzioni e servizi, concorre a programmare e a valutare le politiche sociali in pari dignità con le istituzioni pubbliche, cui spetta la responsabilità primaria della risposta ai diritti delle persone... (da La Carta dei Valori del Volontariato)

Il progetto di animazione territoriale parte da una imprescindibile precondizione e cioè la necessità che il volontariato sia consapevole che un’azione incisiva e trasformativa sulle comunità territoriali di riferimento passa principalmente proprio da un’assunzione responsabile e costante del proprio ruolo politico e culturale, elemento prioritario della propria missione. Ruolo politico che significa essere in grado di fornire una risposta concreta al bisogno immediato ed essere capace al contempo di stimolare il sistema politico perché intervenga a rimuovere le cause che hanno generato quel bisogno. In altre parole ciò vuol dire rifiutare il semplice ruolo di ammortizzatore sociale o tappabuchi delle deficenze ed inefficenze delle istituzioni per divenire un soggetto attivo e propositivo nella programmazione, gestione e valutazione degli interventi  sul territorio, in concorso con gli altri attori coinvolti, assumendo una funzione di portatori di istanze, segnalatori di disservizi ed inefficienze e rilevatori dei bisogni inespressi, in particolare dalle categorie di cittadini più deboli ed emarginate.

Obiettivi

  • Potenziare e qualificare il contributo garantito dal volontariato all’elaborazione, realizzazione e valutazione delle politiche pubbliche in materia sanitaria, sociale, ambientale e culturale, stimolando l’esercizio di quel ruolo politico e culturale a cui il volontariato è sempre più chiamato per un effettivo miglioramento della nostra società.
  • Agevolare la definizione di rapporti collaborativi tra le associazioni e tra queste ultime e gli interlocutori significativi del territorio, attraverso la costruzione di intese che, partendo da interventi specifici, possono portare alla costruzione di una partnership più solida e matura.
  • Coinvolgere il volontariato nella costruzione di risposte ad istanze provenienti dalla società civile finalizzate alla tutela dei beni comuni.
  • Stimolare e favorire percorsi di cittadinanza attiva e responsabile.

Le azioni
La prioritaria azione individuata per il perseguimento degli obiettivi indicati è la creazione di coordinamenti e rappresentanze di associazioni di volontariato per settore di intervento (ove possibile) e territorio di appartenenza, in grado di interpretare le istanze del volontariato.
Concretamente il CSV si fa carico di sviluppare e qualificare il lavoro di quelle reti e coordinamenti di associazioni di volontariato che intendono avviare o hanno già avviato azioni e percorsi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi sopra individuati.
Tali coordinamenti e rappresentanze sono allargati, ove opportuno e possibile, alla partecipazione ed al contributo di altri importanti attori (enti locali, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, sindacati, imprese etc..) anche al fine di addivenire a possibili intese finalizzate alla costruzione di patti territoriali che coinvolgono tutti i soggetti che in qualche modo contribuiscono al benessere di un territorio.
Ogni rete definisce ad inizio anno, sulla base dei bisogni del contesto territoriale ove opera e delle aspettative delle organizzazioni partecipanti, un programma di lavoro che implementa in corso d’anno.
Va sottolineato come il raggiungimento degli obiettivi definiti richiede indubbiamente un percorso lungo e tortuoso, fatto di passaggi intermedi, soste e ripartenze che si snoda obbligatoriamente in una prospettiva pluriennale. Gli operatori dei vari sportelli del CSV hanno un ruolo essenzialmente tecnico-organizzativo, spronando nel contempo i soggetti partecipanti a raggiungere un sufficiente grado di coesione ed intesa, tali da renderli autonomi nella gestione della rete. Reti e coordinamenti sono guidati da un facilitatore, individuato e condiviso tra le associazioni appartenenti al gruppo.
Sono poi organizzati idonei percorsi di formazione in merito a temi e questioni di interesse per le singole reti, incontri di confronto  e scambio di buone prassi tra le diverse reti attive ed è altresì garantito un accompagnamento costante per coloro che assumono l’incarico di facilitatore/referente delle singole reti, utile per qualificare le competenze necessarie ad assolvere tale ruolo.

Le associazioni interessate alle attività legate all’animazione territoriale e alla promozione di reti e relazioni possono rivolgersi per maggiori informazioni allo sportello provinciale di riferimento.

Carta della rappresentanza
cartadellarappresentanzaLa Carta della rappresentanza è uno strumento a disposizione del Volontariato e di tutto Terzo Settore per contribuire a sviluppare la qualità e l’efficacia dei loro patti di relazione, in una prospettiva di inclusione e di raccordo tra sistemi, generi, generazioni, territori e livelli di rappresentanza. La Carta propone Principi e Buone Prassi, azioni concrete per sostenere le reti, i network e in generale ogni situazione in cui vi sia una dinamica relazionale fra “rappresentati” e “rappresentanti”.

La Carta della rappresentanza è rivolta alle reti di organizzazioni di volontariato e di terzo settore, organizzate attraverso patti e procedure da esse definitive e con rilevanza pubblica (reti, federazioni, netwowork, forum, etc.). Essa può essere utilizzata anche all’interno di organizzazioni di secondo livello (organizzazioni di organizzazioni) nell’ambito del proprio funzionamento interno. E’altresì stato dimostrato dall’uso sperimentale della Carta che essa può suggerire utili indicazioni anche nell’ambito della vita di singole organizzazioni di primo livello, nell’ambito delle relazioni fra dirigenti e soci singoli. Iniziative sperimentali infine sono state sviluppate nell’ambito di altre situazioni “di rappresentanza” quali le assemblee e tavoli permanenti, i contesti scolastici, etc. La lista delle iniziative che possono prendere le mosse dalla sperimentazione della Carta verrà costantemente aggiornata sul sito www.cartadellarappresentanza.it

Letto 16297 volte Ultima modifica il Mercoledì, 11 Gennaio 2023 17:30