ANCONA - Caratteristiche, sfide e trasformazioni del volontariato marchigiano, con un approfondimento su inclusività e percezioni delle discriminazioni.
Sono gli elementi d’indagine della ricerca “Uno sguardo sul Terzo settore marchigiano - anno 2023”, promossa da CSV Marche e realizzata dall’Università di Urbino, presentata dal professor Eduardo Barberis, del Dipartimento di Economia, società e politica dell’ateneo, in occasione del convegno per il25esimo anniversario del CSV, tenutosi il 9 dicembre scorso al teatro delle Muse di Ancona (versione integrale della pubblicazione disponibile nella sezione download allegati).
Il percorso di ricerca, curato da Eduardo Barberis, Arianna Antinori, Nico Bazzoli e Gül Ince-Beqo, dell’Università di Urbino, si è articolato in due parti:
- un’analisi di sfondo, condotta a fine 2022, sulla situazione sociale delle Marche (caratteristiche socio-demografiche della popolazione, livelli di istruzione, condizione professionale, economica, propensione alla partecipazione sociale e fiducia verso gli altri)
- una rilevazione, condotta nell’estate 2023, centrata su assetti istituzionali e la composizione degli enti del terzo settore nella regione, apporto dei volontari – stabili e occasionali – e delle altre figure presenti in organico, servizi erogati dal CSV e approfondimento su gruppi vulnerabili, inclusività e percezioni attorno al tema delle discriminazioni. Quest’ultimo focus della ricerca è stato realizzato con il contributo che CSV Marche ha ricevuto nell’ambito del progetto Vera (Volunteering Equality Rights Action), co-finanziato dall’Unione Europea, e attuato dal Cev (Centre for european volunteering).
L’universo di riferimento della rilevazione era costituito da 1.639 enti del Terzo settore iscritti al Runts e presenti nel database del CSV Marche stesso. Il tasso di risposta complessivo è stato pari a 28,1% (ovvero 461 sono stati i questionari utilizzabili per le analisi).
Numerose le evidenze che risultano dalle elaborazioni dati contenute all’interno della ricerca: dalla distribuzione per province alle forme giuridiche degli Ets del campione, dalla composizione delle organizzazioni ai destinatari dei servizi, dalla tipologia delle attività svolte alla frequenza dell’impegno.
Tra i dati più interessanti emerge che l’87% ha volontari/e in organico (il 77% ha solo volontari), e che il 22% fa ricorso a lavoratori/trici retribuiti/e (prevale il lavoro femminile).
In oltre il 43% degli Ets la maggioranza è formata da volontari/e nelle fasce d’età più adulta (30-64); le persone anziane over 65 sono la maggioranza nel 16,4% degli Ets.
Per quanto riguarda la “continuità” dei volontari nelle organizzazioni, se è vero che i volontari stabili sono la maggioranza nel 43,7% degli Ets, i volontari saltuari/occasionali sono la maggioranza nel 26,2% delle organizzazioni, dunque un fenomeno che prende sempre più piede ed ineludibile per ca. cinque organizzazioni su sei. I volontari occasionali sono maggiormente impegnati negli eventi e in caso di emergenze.
Quanto al tema del glass ceiling, cosiddetto “soffitto di cristallo”, condizione per cui gruppi e minoranze svantaggiate hanno più difficilmente accesso alle posizioni delle organizzazioni, se ne denota la presenza, ma numericamente non è di grande portata.
In riferimento all’inclusività: cittadini/e non Ue sono soci/e nel 24,9% degli Ets e sono volontari/e nel 15,7%. Persone con disabilità sono soci/e nel 32,2% degli Ets e sono volontari/e nel 9,2% delle organizzazioni.
Le persone giovani (18-29 anni) sono poco presenti: il 46,6% delle organizzazioni non conta alcun volontario under 30; nel 49,1% dei casi sono una componente minoritaria, solo nell’1,7% sono la maggioranza dei volontari.
Per tutti i dettagli e le analisi dei dati, si rimanda a una lettura integrale della ricerca, disponibile per il download.
Qui una breve video-intervista al prof. Barberis, in occasione della presentazione dell'indagine.