ANCONA - Il volontariato è sempre più riconosciuto, anche nel mondo del lavoro, come una straordinaria esperienza di apprendimento informale che genera competenze. Un bagaglio di saperi che il mondo del Terzo settore e del volontariato vuole poter certificare, con strumenti applicabili su scala europea. Lo staff internazionale del progetto Dyvo si è dato appuntamento ad Ancona, nei giorni scorsi, proprio con l’obiettivo di mettere a punto una strategia di validazione delle competenze maturate dai giovani nelle loro attività di volontariato. Il progetto, attivo da un anno, si è riunito per la prima volta in presenza, per continuare a sviluppare la tecnologia digitale di certificazione, basata sul Blockchain, che potrà essere utilizzato a livello internazionale, così da valorizzare l’impegno giovanile nel mondo dell’associazionismo. La squadra che lo sta animando si è incontrata presso la sede di Polo9, nel capoluogo marchigiano, arrivando dal Belgio, dalla Lituania, dall’Austria e da Cipro, oltre che dall’Italia.
Dyvo (Digital technologies for validating young volunteers competences) è un progetto è finanziato dal programma Erasmus+ - Youth In Action - Azione Chiave 2 ed è animato da un’equipe di ricercatori, project manager, formatori, operatori di associazioni di volontariato, esperti di comunicazione e tecnologie digitali. Capofila è il CSV Marche – Centro di Servizi per il Volontariato, assieme agli enti Warehouse Hub sempre dall’Italia, Enter Network dall’Austria, Jaunuolių Dienos Centras dalla Lituania, Cev - Centre for European Volunteering dal Belgio, e Pundi X 365 da Cipro.
“Ci sono competenze che nulla come l’associazionismo riesce a sviluppare e a portare poi nella vita di tutti giorni e nel lavoro. Ed è giusto che esse siano individuate e certificate. Il progetto Dyvo nasce per dare una nuova forma di riconoscimento a chi si impegna nella cittadinanza attiva – spiega il presidente di CSV Marche, Simone Bucchi – Bene dunque che il suo primo incontro in presenza si sia svolto ad Ancona. Siamo felici e onorati di aver chiamato a raccolta uno staff di professionalità così poliedrico e preparato, che guarda al futuro del volontariato”.
Adattabilità, capacità di comunicare e di risolvere i problemi, capacità che coinvolgono la sfera personale, sociale e le abilità metodologiche. Sono queste alcune della specifiche abilità trasversali che l’esperienza nel volontariato riesce a nutrire. E che il progetto intende valorizzare attraverso certificati che i giovani possono inserire nei curriculum. “La domanda di soft skills aumenterà del 30% entro il 2030: le competenze trasversali determineranno sempre più il profilo lavorativo delle persone nel prossimo futuro – spiegano gli animatori del progetto – Ecco perché Dyvo formerà 20 volontari e 20 tutor di diverse organizzazioni europee su come riconoscere, formare, valorizzare le competenze trasversali da presentare nel CV e nel portfolio e su come convalidarle e certificarle”. Il meeting di Ancona è stata anche un’occasione per perfezionare questo nuovo Programma di formazione internazionale europeo, con workshop on line e seminari in presenza, in partenza proprio in questi giorni.