ROMA - È ormai pienamente operativo il team del Servizio Nazionale della Protezione Civile arrivato in Turchia per supportare, nell’ambito del Meccanismo europeo di protezione civile, le autorità locali nelle attività di ricerca e soccorso dei dispersi, a seguito del terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito il territorio turco-siriano.
Le squadre USAR (Urban Search and Rescue – ricerca e soccorso in ambito urbano) dei Vigili del Fuoco, il personale sanitario e i funzionari del Dipartimento della Protezione Civile, stanno operando in queste ore su due diversi scenari nei pressi di Antiochia, in raccordo con le autorità locali e gli altri soccorritori internazionali. Le squadre italiane sono già riuscite a trarre in salvo due persone, realizzando interventi estremamente complicati anche a causa delle numerose scosse di assestamento.
Sempre ad Antiochia, nell’area del campo sportivo Hatay Stadium, è stata allestita questa mattina la base operativa italiana, insieme a quelle delle squadre inviate dagli altri Paesi dell’Unione Europea.
Oggi sono iniziate anche le operazioni per l’invio di nuovi aiuti – materiali, mezzi e personale - alla Turchia. Sarà la nave San Marco, messa a disposizione dalla Marina Militare, a curarne il trasporto dal porto di Brindisi. In particolare, oltre a materiale sanitario, lenzuola, coperte etc., verrà inviato nei luoghi colpiti un importante ospedale da campo EMT2 della Regione Piemonte, a supporto delle strutture ospedaliere locali gravemente danneggiate. La partenza della nave è prevista per questo venerdì, con un tempo di percorrenza di 5 giorni per raggiungere il territorio turco.
Fonte: Ufficio stampa Protezione Civile
Attive in queste ore concitate iniziative di raccolte di donazioni da parte delle maggiori organizzazioni. Nelle Marche, Caritas di Senigallia avvia raccolta a favore di popolazioni turca e siriana sulla piattaforma Ridiamo dignità. A seguire il comunicato pubblicato dall'associazione.
Terremoto in Turchia e Siria
Un terremoto senza precedenti ha distrutto ampie zone tra la Turchia e la Siria, causando migliaia di vittime innocenti e un numero indicibile di feriti. Si tratta di una vera catastrofe umanitaria. Il bilancio è tuttora provvisorio e drammatico, le persone sono ancora intrappolate sotto le macerie e molti sono i dispersi.
La zona interessata in Turchia è vasta e difficile da raggiungere, anche a causa delle rigide condizioni climatiche. Scuole, ospedali, chiese, edifici di pubblica utilità e monumenti: ciò che non è crollato sotto il peso delle scosse è ora in gravissime condizioni strutturali. In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra, dove più dell’80% della popolazione vive in povertà. Ci sentiamo impotenti e schiacciati dalle immagini di tale dolore.
La CEI ha già stanziato 500.000 euro come primissimo aiuto per la popolazione vittima del terremoto, giusto per far fronte alle iniziali necessità, mentre Caritas italiana, da anni impegnata in entrambi i Paesi, è in costante contatto con le Caritas locali e la rete internazionale per offrire aiuto e sostegno. Il direttore Marco Pagniello lancia il suo appello a un’attenzione solidale da parti di tutti verso queste aree del mondo già segnate da conflitti dimenticati e da una povertà estrema.
Come siamo abituati a fare, nelle situazioni di emergenza la nostra spontanea azione è devolvere le nostre offerte a Caritas italiana, in prima fila nell’organizzazione dell’accoglienza, e seguire poi passo passo le richieste che arriveranno dalla popolazione turca e siriana, per mettere in atto tutti gli interventi umanitari necessari.
Aiutaci anche tu