§MOIE DI MAIOLATI SPONTINI (An) - Sono centinaia le persone che hanno sottoscritto, anche a livello nazionale, la petizione, con cui si chiede il ritiro dell’autorizzazione alla realizzazione della nuova struttura di 175 posti a Rapagnano e la contestuale revisione delle norme sulle autorizzazioni.
Ma di pari passo sono aumentate anche le organizzazioni marchigiane che hanno aderito all’appello. Alle sei organizzazioni promotrici si sono aggiunte ANFFAS regionale (che raggruppa 16 associazioni locali) Aniep Ancona; Coop. Casa Gioventù, Senigallia; Ass. Vita indipendente Marche; Comunità Gruppo Famiglia, Porto San Giorgio; Comitato il Mosaico, Moie di Maiolati; Fondazione Opere Pie Didari, Francavilla d’Ete; Ass. Liberamente, Fano; le segreterie regionali di CGIL, CISL, UIL, il Movimento Dipende da noi, il Comune di Francavilla d’Ete. Il Sindaco di Fermo ha comunicato di aver richiesto il ritiro del Decreto.
Si tratta, ribadiscono i promotori, di una mobilitazione importante, perché, a partire dalla specifica vicenda (la creazione di un contenitore indifferenziato in risposta ad esigenze differenti ed avulso da ogni contesto territoriale), porta l’attenzione sulla concezione delle politiche sociali e sui modelli dei servizi. E’ inaccettabile che, a fronte dell’enfasi sulla personalizzazione degli interventi, sul ruolo dei contesti territoriali, sulla centralità del progetto di vita, sulla libertà di scelta delle persone (dove e con chi vivere), si innestino poi corto circuiti di questo tipo, derive emarginanti, che portano con sé separazione ed emarginazione.
Oggi l’impegno da assumere è come de-istituzionalizzare e non come re-istituzionalizzare.
Non si può sostenere a parole l’impegno a favore delle fasce più deboli della popolazione e poi promuovere e sostenere la realizzazione di luoghi che isolano e marginalizzano.
Portare l’attenzione su questa vicenda esemplare, significa rimettere al centro dei discorsi e delle decisioni il tema della qualità dei servizi, e con essi quello dell’abitare, sulla base del principio irrinunciabile di politiche inclusive e del fermo rifiuto di modelli, che richiamino esperienze di separazione dalla comunità. I servizi non possono essere concepiti alla stregua di centri commerciali.
Per queste ragioni le nostre organizzazioni hanno cercato in tutti i modi di contrastare l’approvazione dei nuovi requisiti di autorizzazione (approvati dalla precedente amministrazione nel luglio del 2020), che permettono a tutte le strutture già attive (ed a quelle di nuova costruzione, come Rapagnano insegna), la realizzazione di cittadelle di questo tipo, che celano, sotto i principi dell’efficienza e della razionalizzazione dei costi, servizi separati ed emarginanti.
E’ allora importante che tutti (istituzioni, operatori, organizzazioni del terzo settore, singoli cittadini) esercitino l’impegno della propria non delegabile responsabilità personale.
Occorre evitare questo inaccettabile ritorno indietro. Non per alcuni, ma per tutti.
2 novembre 2021
FIRMA L'APPELLO. No alle nuove forme di istituzionalizzazione dei servizi
Perché la struttura di 175 di posti in provincia di Fermo non deve essere autorizzata
Servizi sociosanitari. L'indegno percorso di concentrazione ed istituzionalizzazione