FALCONARA (An) - Ventisei paia di scarpe e dieci sacchi a pelo nuovi per aiutare chi vive in strada a fronteggiare meglio i mesi più freddi. È quanto donato di recente dal Rotary Club Falconara all’Unità di Strada-Ribò, associazione impegnata da anni in prima linea sul territorio al fianco di coloro che non hanno una soluzione abitativa stabile. Accanto al gesto di profonda umanità, il club presieduto da Sergio Rinaldoni ha voluto anche porre le basi per future collaborazioni solidali e iniziative di sensibilizzazione. La prima ieri sera, ospitando nella consueta assemblea rotariana settimanale riunita in videoconferenza i referenti di RiBò, il presidente Natale Puglisi, il segretario Chiara Griffoni e il parroco della chiesa del Rosario don Giovanni Varagona (tra i fondatori assieme all’indimenticato Riccardo Borini, cui è intitolata l’Uds), in rappresentanza del mondo del volontariato attivo e il sindaco di Falconara Stefania Signorini.
"Sentivamo forte il desiderio di contribuire concretamente per sostenere le persone senza fissa dimora. Ringrazio i soci che hanno mostrato grande generosità", spiega il presidente del Rotary Falconara Sergio Rinaldoni. "Favorendo i contatti con l’Unità di Strada, ci siamo fatti carico di quelle che potevano essere le esigenze di chi è costretto a vivere all’aperto, esposto al freddo e alle intemperie, affrontando da solo anche il dramma della pandemia. Con sacchi a pelo, acquistati da Decathlon, e calzature, comprate da Bata, abbiamo voluto fare la nostra parte, affidandoli alla stupenda associazione RiBò, che conosce bene a chi possono servire, e con la quale intendiamo continuare a collaborare".
Associazione costituita da «angeli», come li ha definiti qualcuno del Rotary. Semplicemente donne e uomini, più di 60, che si occupano di seguire le persone, specie con l’uscita serale del giovedì, offrendogli un pasto caldo, coperte e quanto altro necessario per alleviare il loro stato di indigenza. Ma soprattutto tessitori di relazioni, determinanti per costruire una nuova vita.
"Ogni occasione di socialità è importante per loro – osserva il segretario di RiBò Chiara Griffoni –. Altrimenti rischiano di non avere prospettive. E se la situazione si cronicizza, poi porta all’esasperazione e pian piano li conduce a perdere i loro diritti fondamentali di esseri umani. L’istituzione della via Fittizia, sempre dedicata a Riccardo Borini e raggiunta dopo un percorso consiliare, in questo senso è stata un buon provvedimento per garantire loro tutele anagrafiche, legali e sanitarie".
Su questo è intervenuta anche il sindaco Stefania Signorini, che ha relazionato del provvedimento preso dal Consiglio comunale, concertato con le realtà di volontariato che vivono il territorio, la politica cittadina e quanti s’impegnano per dare manforte a chi vive in strada. "Si è dimostrata molto sensibile – aggiunge il presidente Rinaldoni – e lo abbiamo molto apprezzato".
A stravolgere dinamiche consolidate, però, ci ha pensato il Covid. "Ad esempio – evidenzia il presidente di RiBò Natale Puglisi – per via della pandemia sono stati chiusi i rifugi di emergenza e, soprattutto, le strutture dedite all’accoglienza, rendendo l’inverno ancora più duro. Grazie alla collaborazione tra associazioni, Comune e Ambito si è riusciti ad intercettare fondi per ospitarli negli alberghi della zona. Ma quando finiranno, torneranno in strada. Per questo la donazione di calzature e sacchi a pelo fatta dal Rotary sarà molto utile", conclude con gratitudine. Le parti si riaggiorneranno, dopo aver manifestato una esplicita e reciproca volontà di dare continuità al rapporto. Nell’interesse di chi ha meno, ma esiste. E non può essere ignorato.