ANCONA - Il 26 luglio una rappresentanza di associazioni (Gruppo Solidarietà, Angsa Marche, Coop. Papa Giovanni XXIII) è stata ascoltata dalla IV Commissione Consiliare sulla proposta di modifica della giunta dei requisiti delle strutture diurne e residenziali, approvate dalla precedente amministrazione nel luglio 2020. Sono circa 13.000 le persone interessate al provvedimento, tra cui disabili, anziani non autosufficienti, soggetti con disturbi psichiatrici, minori, persone con demenza.
Le associazioni, anche a nome delle altre che hanno sottoscritto il comunicato, Li chiamavamo ... Istituti! Disabilità e salute mentale. Camere a 4 letti fino al 2033, hanno ribadito la contrarietà all’impianto del provvedimento del 2020, che non subisce modifiche nella proposta della giunta; anzi ne ha introdotte di peggiorative: una su tutte: la proroga di ulteriori 10 anni (oltre i 3 già trascorsi) per l'adeguamento strutturale delle camere, che potranno continuare ad essere di 4 (o più!) letti per camera.
Una proroga che può riguardare più di 1500 persone. Il messaggio è chiaro: l’adeguamento non ci sarà mai! Non era sufficiente il fatto che già le RSA Anziani (1.200 posti) potessero derogare dalla norma prevedendo camere, fino al 40%, di 3/4 letti. Si è scelto di rimandare indefinitamente la possibilità che, almeno per questo aspetto, le nostre strutture residenziali la smettessero di somigliare ad istituti, nei quali le persone possono trascorrere anche decenni, privi di uno spazio personale e di controllo sulla loro vita.
In fondo basterebbe che ognuno di noi rispondesse ad una semplice domanda: desidereresti vivere, non un fine settimana, ma per molti anni, in una camera a quattro letti?
La norma del 2020 (ottenuta dopo infinite pressioni poco prima dell’approvazione definitiva) prevedeva infatti 5 anni di tempo, dunque fino al 2025, per realizzare gli adeguamenti necessari, affinché in ogni camera non fossero accolte più di due persone.
Nei mesi scorsi le associazioni che, in occasione dell’approvazione del provvedimento, avevano promosso anche una petizione, sottoscritta da 1200 persone avevano chiesto alla giunta modifiche al provvedimento che non sono arrivate. L’esigenza, come ripetuto da anni, è de-istituzionalizzare, non creare nuove concentrazioni in luoghi separati dalla comunità.
Le associazioni nell’audizione hanno inoltre ribadito la necessità di inserire nei servizi diurni e residenziali che accolgono persone con disabilità intellettiva, uno specifico standard riguardante il personale educativo, o anche che non siano stati rivisti gli standard nelle residenze per anziani (in particolare nelle residenze protette), la cui inadeguatezza è documentata nelle convenzioni ed in quello che è successo nelle fasi più acute della pandemia. Altre indicazioni hanno riguardato tra gli altri: gli ospedali di comunità, la possibilità di moltiplicare il numero di persone presenti in alcune residenze per disabili.
comunicato sottoscritto da:
ANGSA Marche, UILDM Ancona, Gruppo Solidarietà Moie di Maiolati, ANGLAT Ancona, Cooperativa Papa Giovanni XXIII Ancona, Centro H Ancona, Ass. Un Passo Avanti Ascoli Piceno; Anffas Fano, Cooperativa Casa della Gioventù Senigallia, AGFH Fano, ANFFAS Fermana, Ass. Vita Indipendente Marche