MOIE DI MAIOLATI (An) - Si svolgerà venerdì 23 giugno alle 17,45 a Moie di Maiolati, presso la Biblioteca La Fornace la presentazione del libro di Sandro Spinsanti, LA CURA IN MODALITA' PALLIATIVA.
L’incontro intende offrire l’opportunità di riflettere sui temi della cura in ogni fase della vita e sul significato della “cura in modalità palliativa”. Un approccio che non rimanda ad un’altra medicina, né ad un’alternativa alla medicina: la palliazione è parte costitutiva del rapporto di cura, nella situazione in cui non si abbiano interventi capaci di contenere l’avanzata della patologia.
L’impegno stringente a promuovere la palliazione auspicabile deve partire dalla consapevolezza che in Italia si muore male. È la testimonianza concorde di studiosi di scienze sociali, di clinici e soprattutto di cittadini che hanno visto morire i propri cari. In ospedale e a domicilio. La pandemia da Covid-19 è riuscita nell’impresa di farci morire peggio. Ancor più che il numero dei morti, sono le modalità del decesso che ci scandalizzano.
Salute significa anche strutturare la propria esistenza garantendo non solo la quantità di giorni che ci è dato vivere, ma anche la loro qualità. Compresa la qualità del morire: perché la morte è una dimensione della vita. E la palliazione non è il contrario della cura, ma una modalità della cura stessa.
L’autore, uno dei principali esperti italiani di bioetica, ha insegnato etica medica presso la facoltà di medicina dell’Università Cattolica di Roma e bioetica all’Università di Firenze. Fondatore e direttore dell’Istituto Giano per le medical humanities, è stato componente del Comitato nazionale per la bioetica.
Con Sandro Spinsanti converseranno:
- Maria Rita Lombrano, medico anestesista, palliativista, INRCA Ancona
- Fabio Ragaini, Gruppo Solidarietà
Sandro Spinsanti ha insegnato etica medica presso la facoltà di medicina dell’Università Cattolica di Roma e bioetica all’Università di Firenze. Fondatore e direttore dell’Istituto Giano per le medical humanities, è stato componente del Comitato nazionale per la bioetica.
Parole scorrette, norme carenti e, di conseguenza, pratiche inappropriate: di questo soffrono le cure palliative. Il pensiero dell’autore ci aiuta a superare questi limiti, accompagnandoci oltre l’idea diffusa che la palliazione debba entrare in gioco solo quando “non c’è più nulla da fare”, ovvero oltre l’idea che la cura sia solo un atto di “riparazione”. La cura, permeata dai valori della palliazione, diviene un progetto sartoriale, capace di confezionare un “abito su misura” per ogni persona e che si fonda su parole e gesti che sanno realmente incontrare l’altro e accompagnarlo nel suo percorso esistenziale.