Le proposte di Legambiente per le risorse idriche nella provincia di Pesaro

Città: MONTEMARCIANO (An) - Lunedì, 10 Gennaio 2022 Scritto da Staff CSV Marche

Prevista un’iniziativa tematica per il 27 gennaio a Pesaro. “Prima di fare grandi e impattanti progetti, studiare le migliori alternative possibili.”

MONTEMARCIANo (An) - Legambiente interviene in merito al progetto della diga di Candigliano/San Martino, proposta da Marche Multiservizi, con un’analisi a 360° gradi sulla corretta gestione della risorsa idrica. L’associazione, da mesi, ha avviato un percorso interno di dialogo e confronto, per arrivare a formulare proposte concrete nella gestione della risorsa idrica per la  provincia di Pesaro Urbino.

“La nostra provincia, sia in questa che nelle recenti stagioni estive, ha sofferto la siccità -  dichiarano rispettivamente Alessandro BologniniPresidente del circolo “Le Cesane” di Urbino, Rosalia Cipolletta Presidente del Circolo “Il Ragusello” di Pesaro e Pamela CanistroPresidente del circolo “Idefix” di Fano – riportando al centro  l'urgenza di sviluppare politiche per un corretto uso e salvaguardia dell'acqua. La nostra attenzione si è posata anche sul progetto della diga di Candigliano/San Martino, proposta da Marche Multiservizi. Un'opera imponente, alta una cinquantina di metri, con una estensione di circa un chilometro quadrato, che dovrebbe contenere circa 14 milioni di metri cubi di acqua e si andrebbe ad inserire in un contesto di pregio ambientale ricco di biodiversità, e sottoposto a eventi sismici”.

Negli ultimi giorni, la Provincia di Pesaro Urbino, è stata interessata da momenti di confronto sul tema della diga e della gestione dell’acqua nel territorio, con convegni organizzati da associazioni, interventi della politica e riunioni dell’Aato.

“Molti soggetti, sia pubblici che privati hanno espresso contrarietà in merito all'opera ed ai suoi inevitabili impatti - dichiarano Andrea Minutolo, Responsabile Scientifico Legambiente, e Marco Ciarullipresidente Legambiente Marche - le soluzioni alternative da approcciare  vanno sviluppate con uno studio tecnico, eseguito da un organismo sovradimensionato alla Aato, e senza che vi partecipino, per evidenti motivi, i le aziende direttamente interessate nel vedere realizzate le opere”.

L’associazione infine, rilancia un’iniziativa per il 27 gennaio aperta al pubblico e rivolta a tutti i portatori di interesse della materia: “L’oro blu di Pesaro e Urbino: strategie per una gestione sostenibile della risorsa idrica” presentando quindi alcune proposte ritenute necessarie ed  urgenti da inserire nello studio. I dettagli dell’iniziativa verranno presto resi noti. Di seguito la sintesi di alcune delle proposte di Legambiente:

1. Individuazione di percorsi inclusivi e partecipativi che portino a politiche condivise con le popolazioni residenti  e tutelare le risorse idriche 
2. Interventi strutturali per rendere moderno ed efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato, ammodernarne la rete di distribuzione dell'acqua potabile, limitarne la dispersione dovuta alle perdite dell'acqua erogata (che oscillano da 1/3 fino a oltre la metà in certe municipalità).
3. Studio dei dati sui prelievi e i consumi per tutti i settori per  quantificarne gli impatti
4. Riqualificazione idrica degli edifici e degli spazi urbani: attuare misure per la separazione delle acque bianche e grigie e per il loro riutilizzo e stabilire l’obbligo sia di recupero delle acque piovane per gli usi compatibili, sia di installazione di sistemi di risparmio idrico.
5. Regolamentazione delle acque minerali: gli emungimenti delle acque minerali a fini idropotabili da parte delle società imbottigliatrici devono essere sottoposti ad attente regole di assegnazione e gestione, nonché a canoni adeguati in modo da evitarne abusi e rendite.
6. Incentivi per la riconversione dell’irrigazione in agricoltura puntando a tecniche come la micro-irrigazione che passi anche attraverso l'adozione di colture meno idroesigenti
7. Riutilizzo delle acque depurate sia nei processi produttivi che nelle pratiche agricole investendo nelle tecnologie più innovative ed efficienti.
8. Potenziamento della ricarica delle falde: mediante aree o bacini di ritenzione delle acque meteoriche si recuperi la multifunzionalità delle aree sottratte alla pertinenza fluviale che, tornando inondabili, possono accogliere enormi quantità di acqua per la ricarica delle falde. 
9. Realizzazione di una rete di piccoli laghi artificiali lungo fiumi e torrenti per una migliore gestione delle piene, in modo da consentire l'accumulo di acque di superficie e ricaricare serbatoi idrici sotterranei. 
10. Pulizia dai sedimenti di fango e ghiaia dei grandi invasi esistenti che sottraggono la portata di acqua del 50%, e manutenzione di quelli piccoli e medi.
11. Contenimento drastico del consumo di suolo e gestione sostenibile del territorio, in primo luogo di quello boschivo, salvaguardando e proteggendo gli alberi che svolgono la funzione di proteggere dal dilavamento dei suoli, di trattenere l'acqua, lasciandola con i tempi ecologici per le necessità agricole e idropotabili. 

Legambiente che si è battuta per la vittoria del referendum per l'acqua pubblica del 2011, risultato completamente e colpevolmente ignorato e disatteso dai governi che si sono succeduti fino ad oggi, ribadisce che la gestione dell'acqua deve essere pubblica e scevra da logiche di profitto privato. 

 

Fonte: Ufficio stampa Legambiente