ANCONA - Per un'organizzazione non profit i documenti di rendicontazione sociale non si limitano a elencare entrate e uscite, ma contribuiscono ad offrire una rappresentazione dell'ente più trasparente possibile, verso volontari e amministratori (componente interna) ma anche verso gli enti pubblici, donatori e finanziatori (componente esterna), comportano un'analisi della gestione delle risorse umane ed economiche (saper rendicontare e comunicare cosa è stato fatto, quali risultati sono stati raggiunti e con quali risorse finanziarie e umane) e, in ultimo, favoriscono un reale miglioramento organizzativo.
Con la Riforma del Terzo Settore, l'obbligo di redigere il Bilancio Sociale sussiste solo per Ets di dimensioni considerevoli (con ricavi, rendite e proventi o entrate comunque denominate superiori ad 1 milione di euro e per i CSV), ma poiché si tratta di uno strumento di trasparenza e di monitoraggio della propria gestione, che assolve anche il compito di comunicare l’impatto sociale della propria attività, è naturale e auspicabile che anche altri Ets, pur non essendo obbligati, elaborino e pubblichino il bilancio sociale o, più in generale, avviino un percorso di rendicontazione sociale.
Esistono infatti anche altri documenti meno impegnativi da redigere, che però rispondono sempre al requisito della rilettura ed ampliamento dei risultati numerici.
Le associazioni che vogliono impegnarsi nella redazione del Bilancio sociale o della Relazione sull'attività svolta, possono contare sul supporto del CSV Marche:
1) in area riservata > box CREA E GESTISCI > trovano una nuova sezione specifica con materiali utili
2) possono richiedere l'accompagnamento personalizzato del CSV, contattando lo sportello provinciale CSV di riferimento. Il servizio, che non ha limiti di fruizione nel tempo, è gratuito per le Odv e a pagamento per altre tipologie di Ets.