GROTTAMMARE (Ap) - Prende il via nelle Marche il primo distretto di economia civile. L’Amministrazione Comunale di Grottammare si unisce alla rete nazionale dei tanti distretti già avviati nel Paese per lavorare e promuovere un modello alternativo di gestione delle risorse economiche, naturali e umane.
Il distretto nasce in un territorio, quello del Comune di Grottammare, da sempre vocato alla partecipazione, alla condivisione e all’inclusività sociale, che ha messo al centro delle proprie politiche la solidarietà e l’attenzione per l’ambiente.
Il percorso portato avanti fino ad ora, il lavoro che si sta svolgendo e la mappatura del territorio realizzata per orientare al meglio le azioni e strutturare le attività che saranno alla base del distretto di economie civile, sono stati presentati in un incontro on line che rientra nelle attività promosse dal Comune di Grottammare per le Giornate della Partecipazione.
Il primo distretto di economia civile nasce nell’ambito di un percorso che parte dall’avvio del laboratorio di economia circolare, promosso dal progetto di Legambiente ECCO – Economie Circolari di COmunità, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e rivolto all’inclusione di fasce della cittadinanza socialmente deboli, che conta 16 laboratori in tutto il territorio nazionale. Tramite il progetto ECCO, realizzato a Grottammare grazie alla forte convinzione dell’Amministrazione Comunale, nei mesi scorsi sono state avviate attività laboratoriali, corsi di formazione e incontri, per promuovere l’importanza del recupero e del riutilizzo delle risorse. In particolare, nel laboratorio di Grottammare, è stata focalizzata l’attenzione sulla filiera del recupero del tessile e degli oli vegetali esausti grazie alla collaborazione di Nicoletti Servizi Srl e Adriatica Oli.
Per capire l’importanza di avviare a recupero gli oli vegetali esausti, invece, ogni anno in Italia vengono prodotte da utenza domestica 166.000 tonnellate di olio esausto. La produzione pro capite di olio ogni anno è pari a 2,67kg. Se disperso nell’ambiente, 4 kg di olio possono inquinare una superficie pari ad un campo da calcio. Adriatica Oli ogni anno raccoglie circa 1.000 tonnellate di olio esausto da utenza domestica; con il conseguente avvio al recupero di tale quantitativo per la produzione di biodiesel si evita l’immissione in atmosfera di 3.200 tonnellate di CO2.
Nel Comune di Grottammare, nel 2019 sono stati raccolti 7.000 kg di olio esausto e dunque per il solo Comune di Grottammare è stata evitata l’immissione in atmosfera di 22 tonnellate di CO2.
Sul fronte degli abiti dismessi, è bene tener presente che nel 2019 Nicoletti Servizi Srl ha ritirato e avviato a recupero più di 530.000 quintali di rifiuti nei territori in cui svolgono il servizio di raccolta (quasi tutte le Marche, Comune di Como, Termoli e Spoltore, e i comuni della Provincia di Rieti e Chieti).
Sulla base di questi numeri, i corsisti che hanno partecipato ai laboratori per il recupero dei due materiali dando vita a nuovi oggetti e capi d’abbigliamento grazie agli abiti recuperati e hanno autoprodotto detergenti per la casa e la persona riutilizzando olio vegetale.
Sulla scia del lavoro che ha portato alla costituzione di questi laboratori, che hanno permesso la formazione di nuovi operatori nel settore dell’economia circolare, il Comune di Grottammare e Legambiente hanno lavorato nel monitoraggio della comunità sociale ed economica per la realizzazione della mappatura che è il punto di partenza per definire politiche e strategie per promuovere l’economia civile nel territorio e da cui parte l’istituzione del primo distretto di economica civile delle Marche.
Le Mappature ormai in Italia ci dicono che, dove le Amministrazioni sono capaci di rilevare e usare il dato, nascono processi rigenerativi delle politiche pubbliche (sociali in particolare) e nascono più velocemente azioni di innovazione civica e che, allo sviluppo del Distretto, corrisponde sempre una crescita di capacità dell’Ente pubblico e del terzo settore di interloquire e collaborare con il soggetto profit.
E per questo anche a Grottammare si è lavorato in stretto contatto con l’Amministrazione Comunale per la ricerca e lo studio del dato e per partire con il passo giusto.
Ed è così che si è potuto registrare nella lettura del territorio, che è sempre in progress, una forte capacità dell'Amministrazione di proporre innovazione civica affiancata da una dimensione esistente ma ancora da potenziare nell’ambito della “generosità” verso chi si occupa dell’interesse comune.
E sempre proseguendo nella interpretazione del dato si è potuto rilevare che la dimensione della cultura dell'apprendimento è alta e potrà per questo senz’altro contribuire al buon sviluppo del distretto che è e rimane anche un processo culturale.
E poi ancora che sarà prioritario nell’avvio del Distretto monitorare in profondità la sensibilità ambientale del comparto produttivo anche attraverso una analisi qualitativa perché ad oggi il sentore è di un territorio sensibile pur mancando ancora alcune fotografie del reale stato sulle varie certificazioni ambientali e in generali sulle pratiche di responsabilità sociale d’impresa.
E, infine, che alcuni dati economici che rappresentano il trend dell’ultimo triennio ci consegnano una sostanziale tenuta (sempre però considerando che i dati sono pre-covid naturalmente). E questo se rapportato al fatto che l’economia civile punta sì su Amministrazione Pubblica, terzo settore, agenzie formative e cittadini ma soprattutto sugli attori economici profit, è un segnale positivo che spinge ancor di più a lavorare per lo sviluppo distrettuale nel segno dell’economia civile.
“Ognuno deve fare la sua parte – commenta Enrico Piergallini, sindaco di Gtottammare -. Anche nel nostro piccolo, in comunità non di grandi dimensioni come Grottammare, è necessario compiere azioni concrete, evidenti e in piccola parte rivoluzionarie per cambiare il modello economico vigente e dare alla nostra terra e a noi che ci abitiamo una possibilità di sopravvivenza. Sostituire all’economia dello spreco un’economia del riuso e della rigenerazione; sostituire alla disinformazione e al disimpegno programmato una solida cultura della formazione continua dei cittadini; sostituire il narcisismo e l’egoismo dominanti con un modello di relazioni più solidale, orientato verso la difesa dei beni comuni: il progetto realizzato a Grottammare tenta di incrociare queste tre visioni”.
“L’avvio di questo distretto rappresenta un enorme valore per tutta la comunità marchigiana e siamo convinti che sarà uno stimolo per altri territori a seguire questa strada – dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. Per una regione come la nostra, che ha conosciuto negli ultimi anni il dramma del terremoto e ora le flessioni dovute alla pandemia, convertire l’approccio della pianificazione di rinascita economica, sociale e ambientale in questa direzione rappresenta una grande occasione di sano sviluppo delle Marche”.
“I Distretti dell'Economia civile costituiscono l'infrastruttura sociale necessaria per intraprendere percorsi generativi capaci di attuare la transizione ecologia nei territori -, commenta Lorenzo Barucca, responsabile nazionale economia civile Legambiente -.La crisi pandemica sommata ad una crisi economica sociale preesistente ha bisogno di essere affrontata con ecosistemi sociali più interconnessi, flessibili e accoglienti. Grottammare iniziando questo percorso rappresenta un esempio virtuoso da imitare”.
Hanno preso parte all’incontro: Lorenzo Barucca - Responsabile nazionale economia civile di Legambiente; Emiliano Fossi - Sindaco di Campi Bisenzio; Carlo Andorlini - Ufficio nazionale economia civile di Legambiente; Enrico Piergallini - Sindaco di Grottammare; Alessandra Biocca - Assessore alla sostenibilità di Grottammare; Monica Pomili - Assessore all’inclusività sociale di Grottammare; Francesca Pulcini - Presidente Legambiente Marche; Kessili De Berardinis - Responsabile Ri Hub Grottammare progetto ECCO - Economie Circolari di Comunità;; Giorgio Zampetti - Direttore Legambiente Onlus.
Fonte: Ufficio stampa Legambiente Marche