MONTEMARCIANO (An) - Le Marche festeggiano la Giornata Mondiale della Terra con un grande risultato. Nel 2020 la regione sfiora il 72% di raccolta differenziata raggiungendo il 71,84% di rifiuti sottratti alla discarica. Scende a 499kg/ab la produzione pro capite di rifiuti, toccando i 441kg nella Provincia di Fermo. Questi gli incoraggianti dati riportati nel decreto 81 del 16 aprile scorso della Regione Marche che riporta l’andamento della raccolta differenziata dei Comuni ai fini dell’applicazione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi per l’annualità 2021.
Se sul fronte raccolta differenziata le Marche procedono spedite nel raggiungere quanto previsto dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, gli altri obiettivi previsti sono ampiamente disattesi. Passaggio alla tariffazione puntuale, realizzazione degli impianti per la gestione dei materiali raccolti, prevenzione della produzione dei rifiuti sono i passi urgenti da compiere nelle Marche e che sono già previsti dalla legge regionale.
“L’economia circolare corre spedita grazie al forte impulso della Comunità Europea, ai nuovi e stringenti obiettivi del conferimento in discarica del 10% dei rifiuti urbani prodotti, alla necessita di creare nuove opportunità di lavoro e di rispondere con urgenza ai cambiamenti climatici – dichiara Marco Ciarulli, direttore di Legambiente Marche -. A questa corsa verso l’innovazione e l’uscita dalla crisi appesantita dalla pandemia, le Marche procedono ancora con il freno a mano tirato. Eccellente il risultato di raccolta differenziata raggiunto nel 2020 ma ormai non è più sufficiente. Mancano alcuni tasselli fondamentali per permettere a questa regione di compiere il passo decisivo verso l’economia circolare. Se infatti grazie alla raccolta differenziata porta a porta negli ultimi anni come marchigiani siamo stati capaci di ridurre i conferimenti in discarica del 30% (dati Arpa Marche), dando nuova vita ai rifiuti attraverso la via del riciclo, l’assenza di politiche legate alla prevenzione della produzione di rifiuti ha rallentato il percorso virtuoso intrapreso”.
“Inoltre senza realizzare gli impianti per la gestione dei rifiuti raccolti, come ad esempio quelli per la frazione organica con impianti misti di digestione anaerobica e compostaggio, senza applicare la tariffazione puntuale e l’estensione della raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio regionale sarà molto difficile praticare fino in fondo l’economia circolare in questa regione – aggiunge Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche. Per questo riteniamo che la Regione Marche non debba rimettere mano al piano regionale dei rifiuti che già prevede le azioni che ad oggi mancano in questo territorio ma piuttosto chiediamo che venga discussa e approvata prima possibile una legge sull’economia circolare sul modello di quanto fatto dalla Regione Emilia Romagna. Rimettere mano oggi al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti significherebbe perdere ulteriore tempo prezioso – conclude Legambiente - e non focalizzarsi sugli importanti obiettivi ormai chiari e segnati, dalla legge regionale e dai tempi, con il rischio di aprire a vecchi modelli di gestione dei rifiuti che annullerebbero il percorso virtuoso di tanti cittadini e amministratori. Le Marche non hanno bisogno di cambiare strada, ma soltanto di aggiustare il percorso intrapreso”.
Fonte: Ufficio stampa Legambiente Marche