ROMA - La formazione è indubbiamente un elemento chiave per lo sviluppo organizzativo e il potenziamento delle competenze dei soggetti agenti nel Terzo settore, non solo come requisito per poter materialmente operare, ma anche come strumento per arricchire le loro conoscenze e accrescerne la sensibilità e la consapevolezza in relazione agli scopi e ai valori che l’ente in cui operano persegue.
L’eterogeneità delle realtà del Terzo settore e la capacità di ogni singolo ente di inglobare nella stessa realtà associativa soggetti con esperienze formative e professionali diverse permettono agli enti stessi di riconoscere e utilizzare patrimoni professionali differenti per ogni singolo contesto in cui operano: in questo senso, tanto le competenze individuali “in entrata” legate al singolo individuo, quanto quelle “in uscita” maturate nel percorso di crescita compiuto all’interno dell’ente sostanziano un beneficio per gli enti e gli operatori del Terzo settore, vista soprattutto la crescente necessità di incrementare profili specializzati (dal fundraising alla fiscalità, dalla progettazione sociale alla comunicazione, dall’amministrazione all’analisi dei sistemi di governance) volti a garantire e migliorare sia il costante sviluppo organizzativo e operativo dell’ente sia la sostenibilità e l’efficacia delle iniziative intraprese.
È anche per questo che da diversi anni il Terzo settore guarda al mondo dell’istruzione universitaria per formare adeguatamente l’universo professionale che lo caratterizza, tanto variegato quanto specializzato.
A questo proposito, la consapevolezza dell’importanza di una formazione di elevato profilo sta determinando la crescente attivazione di corsi di laurea e master rivolti all’approfondimento di tematiche specifiche e alla formazione delle diverse professionalità che compongono il mondo del Terzo settore.
D’altra parte, il panorama delle opportunità formative universitarie “specialistiche” per il Terzo settore in Italia non sembra ancora presentare una chiara e omogenea strutturazione, variando da regione a regione e a seconda del genere di professionalità che viene formata.
Ecco alcuni esempi relativi all’offerta formativa per l’anno accademico 2024/2025.
I corsi di laurea
Corsi di laurea universitari specificamente dedicati al Terzo settore sono oggi presenti in diversi Atenei del nostro Paese.
Nell’Università degli studi di Trento è attivo il corso di laurea magistrale in “Metodologia, organizzazione e valutazione dei servizi sociali”, che offre un percorso formativo avanzato per chi vuole prepararsi a lavorare in tutti gli ambiti dei servizi sociali, sanitari e territoriali, come famiglie in difficoltà, persone con disabilità, immigrazione, anziani non autosufficienti, povertà ed esclusione sociale, inserimento lavorativo, minori.
In Veneto presso l’Università degli studi di Padova è attivo il corso di laurea in “Giurista del Terzo settore”: il corso è strutturato in modo da permettere l’acquisizione delle necessarie competenze in ambito giuridico attraverso un costante riferimento alle diverse problematiche del Terzo settore e al confronto con casi reali. La sua finalità precipua è formare persone competenti sulle regole relative al funzionamento interno e sulle modalità di azione rivolta all'esterno degli enti del Terzo settore (Ets) e dei soggetti che interagiscono con gli enti dello stesso, combinando un’approfondita preparazione giuridica unita a una formazione in materie sociologiche, psicologiche ed economiche.
All’Università degli studi di Verona sono attivi due corsi di laurea triennali, quello in “Servizi giuridici per imprese, amministrazioni, no profit” e quello in “Scienze del servizio sociale”, oltre quelli magistrali in “Governance dell’emergenza”, “Diritto per le tecnologie e l’innovazione sostenibile” e “Servizio sociale e ambiti complessi”.
Il corso di laurea magistrale in “Economia sociale e imprese cooperative” dell’Università degli studi di Brescia fornisce invece un percorso professionale per comprendere la governance delle organizzazioni del Terzo settore in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale e la gestione delle loro relazioni con gli stakeholder e i finanziatori.
Nello stesso Ateneo, nell’ambito del corso di laurea magistrale di “Scienze Giuridiche dell’innovazione” è attivo il curriculum “Innovazione Impresa e Terzo Settore”.
All’Alma mater studiorum Università degli studi di Bologna è attivo il Corso di laurea magistrale in “Management dell’economia sociale”, mentre presso l’Università degli studi di Firenze, all’interno del corso di laurea “Scienze dei servizi giuridici” è presente il percorso specifico triennale “Giurista del Terzo settore”.
All’Università degli studi di Teramo è incardinato il corso di laurea triennale in “Scienze politiche” con indirizzo “Politiche per il terzo settore e il non-profit”.
Nel Lazio, invece, presso la LUMSA in Roma è attivo il corso di laurea triennale in “Scienze del servizio sociale e del non profit”, che forma la figura dell’assistente sociale ovvero dell’esperto nel prevenire e trattare il disagio sociale in tutte le sue dimensioni e nell’individuare e coordinare risorse volte a questo scopo.
Sempre a Roma, presso l’Università Pontificia Salesiana è attivo il corso di laurea in “Terzo settore” che ha l’obiettivo di preparare operatori e dirigenti qualificati ad affrontare le sfide connesse alla recente riforma del Terzo Settore. Attraverso il Baccalaureato in “Management e Diritto degli ETS e dell’economia sociale” e il secondo ciclo che conferisce la Licenza in “Etica, economia e diritto del Terzo settore”, il corso mira a formare figure professionali che operano o opereranno nel mondo delle Organizzazioni di volontariato, delle Associazioni di promozione sociale, delle Fondazioni, delle Reti di secondo livello e delle realtà imprenditoriali del Terzo settore, come le imprese sociali e le cooperative sociali.
Nell’Università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale è invece attivo il corso di laurea triennale in “Servizi giuridici per Lavoro, Pubblica Amministrazione, Sport e Terzo Settore” che vede attivati tre curriculum in “Servizi giuridici per le società sportive”, “Servizi giuridici per la Pubblica Amministrazione” e “Consulente giuridico per il lavoro e il Terzo Settore”.
In Campania, nell’Università degli studi di Napoli Federico II, è possibile conseguire il diploma di laurea magistrale in “Innovazione sociale”. In particolare, il corso di laurea – che fornisce conoscenze multidisciplinari di scienze sociali di tipo teorico, metodologico e tecnico, nonché le principali competenze utili allo studio e la gestione di organizzazioni e fenomeni sociali complessi coinvolti nei processi di cambiamento sociale – si propone di formare un esperto in analisi e gestione dell’innovazione sociale che sia in grado di svolgere in maniera integrata funzioni di progettazione, gestione, analisi e valutazione di interventi di trasformazione sociale. Lo scopo è produrre esiti desiderabili in termini di miglioramento della solidarietà sociale, della sostenibilità ambientale e del rendimento economico di organizzazioni, reti e sistemi territoriali.
Corsi di insegnamento
Diversi Atenei organizzano poi, all’interno dei propri corsi di laurea (anche al di fuori di quelli appena citati), insegnamenti specifici su profili di interesse per il Terzo settore.
Come nel caso dell’Università degli studi di Torino, dove, all’interno dei corsi di laurea in “Politiche e servizi sociali” e in “Scienze del governo” è attivo l’insegnamento di “Politica sociale, governance e Terzo settore”, mentre in quello in “Amministrazione e controllo aziendale” sono attivi gli insegnamenti di “Diritto degli enti del Terzo settore” (attivo anche nei corsi di laurea in “Finanza aziendale e mercati finanziari” e in “Direzione d’impresa, marketing e strategia”), di “Accounting, accountability e auditing negli enti del Terzo settore” e di “Trasformazione digitale del Terzo settore” nell’ambito del corso di laurea in “Amministrazione e gestione digitale delle aziende”.
A Milano, presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca è possibile seguire l’insegnamento di “Metodologia della ricerca per i servizi e il Terzo settore” nell’ambito del corso di studi in “Programmazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali” e quello di “Culture e pratiche del Terzo settore” all’interno del corso di laurea in “Servizio sociale”.
All’Università degli studi di Verona sono attivi diversi insegnamenti di interesse: oltre quelli presenti all’interno dei corsi di laurea magistrale in “Servizio sociale e ambiti complessi”, in “Governance dell’emergenza”, in “Diritto per le tecnologie e l’innovazione sostenibile” e triennali in “Servizi giuridici per imprese, amministrazioni, no profit” e in “Scienze del servizio sociale”, si segnalano gli insegnamenti di “Economia e imprese sociali” nel corso di laurea triennale in “Scienze dell’educazione”, quello di “Finanza etica” nel corso di laurea triennale in “Economia aziendale e management” e quello di “Modelli gestionali nelle organizzazioni no profit” nel corso di laurea in “Scienze motorie, preventive e adattate”.
Presso l’Università degli studi di Genova è attivo il corso di laurea magistrale in “Servizio sociale e politiche sociali” al cui interno è previsto l’insegnamento di “Politiche sociali, welfare state e Terzo settore”.
All’Università degli studi di Pisa è invece attivo l’insegnamento di “Diritto del Terzo settore” all’interno del corso di laurea triennale in “Diritto dell’impresa, del lavoro e delle pubbliche amministrazioni”.
Presso l’Alma mater studiorum Università degli studi di Bologna, oltre i corsi di insegnamento presenti all’interno del citato corso di laurea magistrale in “Management dell’economia sociale”, nel corso di laurea in “Giurista per le imprese e per la pubblica amministrazione” è attivato l’insegnamento in “Enti religiosi e diritto del Terzo settore”, mentre nel corso di laurea magistrale in “Comunicazione giornalistica, pubblica e d’impresa” e in quello in “Governance e politiche dell’innovazione digitale” è possibile seguire l’insegnamento “Welfare e Terzo settore”.
Presso l’Università degli studi “G. D’Annunzio” Chieti e Pescara, nell’ambito del corso di laurea magistrale in “Politiche e management per il welfare”, è attivo il corso di insegnamento “Sociologia del Terzo settore”.
All’Università degli studi “Roma Tre” è invece presente l’insegnamento in “Sociologia del Terzo settore” all’interno del corso di laurea magistrale in “Coordinatore dei servizi educativi e dei servizi sociali”.
Anche gli Atenei pugliesi hanno al loro attivo diversi insegnamenti rivolti all’approfondimento di tematiche afferenti al mondo del Terzo settore.
All’Università degli studi di Lecce è presente l’insegnamento in “Economia e gestione delle imprese del Terzo settore” all’interno del corso di laurea magistrale in “Progettazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali”, quello in “Elementi di diritto privato e del Terzo settore” nell’ambito del corso di laurea magistrale in “Scienze per la cooperazione internazionale” e quello in “Marketing e management del Terzo settore” nel corso di laurea magistrale in “Consulenza pedagogica e progettazione dei percorsi formativi”. Mentre nell’Università degli studi di Bari è presente l’insegnamento di “Diritto delle religioni, inclusione sociale e Terzo settore” nel corso di laurea magistrale in “Innovazione sociale e politiche di inclusione”.
In Campania, presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, oltre quelli attivi nel corso di laurea già citato in “Innovazione sociale”, è attivo l’insegnamento di “Economia del Terzo settore” nell’ambito del corso di studi in “Gestione delle politiche e dei servizi sociali” e nel corso di studi “Management del patrimonio culturale”, quello di “Diritto degli enti del Terzo settore” all’interno del corso di laurea in “Giurisprudenza” e in “Scienze della pubblica amministrazione e del lavoro” e quello in “Enti religiosi del Terzo settore” all’interno del corso di laurea triennale in “Scienze dei servizi giuridici”.
All’Università degli studi di Salerno è poi attivo l’insegnamento in “Diritto del terzo settore” nel Corso di laurea magistrale in “Giurisprudenza”.
L’Università degli studi di Catania ha invece attivato l’insegnamento “Diritto privato – Codice del Terzo settore” nell’ambito del corso di laurea magistrale in “Politiche e servizi sociali”.
Da ultimo, nell’Università degli studi della Calabria è presente l’insegnamento di “Diritto amministrativo del Terzo settore” all’interno del corso di laurea magistrale in “Scienze delle politiche e dei servizi sociali”.
Master, dottorati e corsi di perfezionamento
I percorsi di alta formazione, dottorati, master e corsi di perfezionamento per l’approfondimento scientifico dei diversi profili che compongono il Terzo settore sono presenti in diversi Atenei tanto nel nord quanto nel sud del nostro Paese.
In Calabria l’Università degli studi “Magna Grecia” di Catanzaro ha di recente avviato il Master di I livello “Volontariato e Terzo Settore. La progettazione sociale”.
Presso l’Alma mater studiorum Università degli studi di Bologna è possibile invece frequentare il Master in “Governance e innovazioni di welfare locale” che ha come obiettivo quello di fornire ai partecipanti, già in possesso di una significativa conoscenza ed esperienza nei processi di policy making, la possibilità di sviluppare ulteriormente le loro capacità e di apprendere nuove competenze utili alla progettazione e implementazione di un sistema di welfare plurale, con particolare attenzione alla valutazione dei suoi impatti sulla comunità.
Lo stesso Ateneo organizza anche il corso di alta formazione “Le organizzazioni del Terzo Settore: profili giuridici, accountability e modelli di partnership con la Pubblica Amministrazione”, che intende fornire conoscenze e competenze di carattere giuridico, aziendale – anche in relazione agli strumenti di accountability – e di economia civile nell’ambito del Terzo settore, e il corso di perfezionamento “Modelli e analisi degli spazi e dei contesti urbani per il terzo settore e la pubblica amministrazione” che ha come obiettivo quello di combinare teorie, metodologie e modelli di analisi dei contesti socio-culturali e delle pratiche di significazione con le teorie, i modelli e le metodologie della progettazione, al fine di inquadrare le problematiche connesse all’uso e al vissuto dello spazio urbano, proponendo soluzioni efficaci.
Più a nord, si segnalano il master “Gestione delle Imprese Sociali (Gis)” dell’Università degli studi di Trento, che attraverso un approccio multidisciplinare analizza le imprese sociali e offre ai propri corsisti l’opportunità di inserirsi professionalmente nel settore e il corso di perfezionamento “Management e governance degli enti del Terzo Settore” nell’Università degli studi di Bergamo che si propone di fornire ai partecipanti sia le logiche interpretative del contesto socio-economico in cui gli enti no-profit operano, sia gli strumenti manageriali e giuridici per il governo e il buon funzionamento degli Ets.
A Milano l’Università Bocconi – SDA School of Management ha attivato il percorso di formazione “La gestione dell’impresa sociale” e quello “Accountability e fundraising nel non profit”.
A Roma è attivo il Master “Terzo settore, Innovazione sociale e governance dei sistemi locali di welfare” presso La Sapienza Università di Roma e il Master di I livello “Scienze e management degli enti del Terzo settore (ETS)” presso la LUMSA, dove è attivo anche il Master di I livello “Direzione, coordinamento e supervisione dei servizi sociali”.
Inoltre presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” è organizzato il Master di I livello “Economia, Management ed Innovazione Sociale” indirizzato ad approfondire la conoscenza teorica e pratica sui temi legati all’innovazione sociale, imprenditoria sociale e dello sviluppo locale e solidale, oltre il Master di I livello in “Comunicazione sociale”.
Presso l’Università Pontificia Salesiana è attivato invece il Master “Non Profit Social Comm - La comunicazione sociale per il non profit: strategie e strumenti”.
Presso l’Università degli studi di Macerata è attivo il Master di I livello “Management degli Enti del Terzo Settore” che si propone di fornire in modo molto diretto le competenze necessarie per gestire le organizzazioni, i processi economici e finanziari e il fundraising a essi collegati.
In Toscana, segnaliamo sia il master, attivo nell’Università degli studi di Siena, “Let’s go. Nuove competenze per il Terzo settore”, che ha l’obiettivo di fornire agli studenti, agli operatori del settore non profit e ai dipendenti pubblici un’opportunità di formazione specifica sulle nuove figure professionali, necessarie alla crescita del Terzo settore, sia il corso di alta formazione “Co-progettazione, Terzo Settore e Welfare partecipativo. Metodi e tecniche di amministrazione condivisa” dell’Università degli studi di Pisa, il cui obiettivo è fornire una formazione specifica per lo sviluppo e il consolidamento di capacità giuridiche, organizzative e relazionali utili alla costruzione dei percorsi di welfare partecipativo, capaci di realizzare percorsi di sussidiarietà orizzontale. Il percorso formativo è rivolto congiuntamente agli attori della sfera pubblica, degli Ets, così come della cooperazione sociale, o delle imprese a vocazione sociale o benefit.
La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa organizza poi il Corso di Alta formazione “La riforma del Terzo settore: novità, problemi e percorsi attuativi” (modulo base e modulo avanzato) e la Summer school “Orizzonti del Terzo settore, Le prospettive della riforma”.
All’Università degli studi di Trieste è possibile frequentare il Master di II livello in “Diritto e Management del Terzo Settore”, mentre all’Università degli studi Ca Foscari di Venezia quello di II livello in “Management del Welfare e del Terzo Settore – Mawe”.
Inoltre, presso l’Università degli studi di Salerno, è attivo il Master “Management del welfare territoriale” che intende tra l’altro fornire indicazioni metodologiche, organizzative e strumenti normativi per impostare la programmazione e la co-progettazione sociale nel proprio contesto territoriale, coniugando e valorizzando le diverse risorse culturali, professionali ed economiche e istaurando una collaborazione sussidiaria tra ente pubblico e privato sociale, anche attraverso convenzioni, piani sociali, processi di esternalizzazione dei servizi.
Altre iniziative di interesse
L’interesse scientifico e accademico verso il mondo del Terzo settore non si esaurisce però nell’attivazione e nella fruizione di corso di laurea, corsi di insegnamento e master universitari.
In diverse realtà locali sono difatti presenti iniziative, forme di collaborazione e associazioni di professionisti precipuamente rivolte all’approfondimento e alla formazione degli operatori del Terzo settore.
Tra queste, l’Università Enti e Imprese Sociali del Terzo Settore – UTS, con sede a Firenze e a Massa, volta promuovere lo sviluppo di competenze professionali in materia.
A Trento ConfiniOnline è nata nel 2004 dalla collaborazione tra diversi professionisti con l’obiettivo di fornire aggiornamenti e conoscenze agli operatori e al management degli Ets e della pubblica amministrazione attraverso attività formative, informative e di consulenza.
In Lombardia, oltre l’“Università del Volontariato” nata nel 2012 a Milano e oggi presente in diverse città italiane, “Cattolica per il Terzo Settore” è una struttura di docenti, ricercatori e formatori che opera attraverso una piattaforma multidisciplinare che riunisce diverse professionalità afferenti a differenti facoltà scientifiche e umanistiche, organizzando corsi di specializzazione, master e seminari sul terzo settore.
È inoltre possibile frequentare il “Master in Europrogettazione BEEurope” organizzato da Fondazione Triulza in collaborazione con Consorzio Nazionale CGM, una delle principali reti di cooperative sociali in Italia con provata esperienza nella progettazione europea, DIESIS Network, rete europea con sede a Bruxelles specializzata nel sostegno allo sviluppo dell’economia sociale e delle imprese sociali, e CSVnet.
Una visione d’insieme
Da questa mappatura generale è di certo possibile riconoscere segnali positivi per quanto concerne l’evoluzione dei processi formativi nel non profit, nel senso di una formazione che appare sempre più pervasiva e diffusa all’interno dei centri universitari italiani e rivolta non soltanto ai dirigenti, ma a tutti gli operatori del settore.
L’auspicio è che il rafforzamento e il radicamento del Terzo settore nel tessuto politico, economico e sociale del Paese passi attraverso una più variegata strutturazione, definizione e qualificazione di percorsi formativi universitari in tutto il Paese, così riuscendo a interpretare al meglio le sfide e i nuovi bisogni della società civile tutta e incidere davvero sulla realtà quotidiana della collettività.
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*di Chiara Meoli