ANCONA - Purtroppo anche quest'anno le principali associazioni ambientaliste, WWF Italia, LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), LAC (Lega Abolizione della Caccia), LAV (Lega Antivivisezione) e ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) hanno dovuto rivolgersi alla Giustizia Amministrativa contro alcuni aspetti del Calendario Venatorio regionale delle Marche per il 2023-2024.
Secondo le Associazioni, che hanno proposto il ricorso al TAR Marche con l'avv. Rossi dello Studio Rossi, Copparoni & Partners di Ancona, il calendario regionale presenta delle previsioni e concessioni al mondo venatorio che mettono gravemente in pericolo i livelli di protezione e conservazione di alcune specie di fauna (in particolar modo uccelli migratori), considerate in grave pericolo a livello nazionale ed europeo.
Tanto è vero che l'Italia è attualmente sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea, con una procedura Pilot- anticamera della procedura di infrazione- che riguarda proprio la caccia ad alcune specie durante i periodi di migrazione prenuziale, nonché a specie classificate in grave declino e sempre piu' rare e con le munizioni al piombo nelle zone umide, tutti profili purtroppo contenuti anche nel calendario venatorio marchigiano e che creano un gravissimo pregiudizio per l'ambiente e la biodiversità.
Ricordiamo che in Italia l’esercizio dell’attività venatoria è consentito purché non contrasti con la prioritaria esigenza di conservazione della fauna selvatica e che l'Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale, la cui autorevolezza e' riconosciuta persino in sede europea, ha dettato già da tempo gli standard minimi ed uniformi di protezione ambientale, standard volutamente ignorati dalle regioni che presentano motivazioni assai deboli pur di regalare alla lobby venatoria una sempre più ampia possibilità di sparare.
Il Presidente della Seconda sezione del TAR Marche ha rigettato, in sede di massima urgenza, la richiesta di bloccare immediatamente la preapertura (prima cioè dell'apertura generalizzata della caccia prevista per il 17 settembre) ad alcune specie senza neppure attendere l'esito dell'udienza che, invece, è stata fissata per il 21 settembre. In quella sede di deciderà in via cautelare se bloccare alcune parti del calendario venatorio (e dunque della caccia nelle Marche) o no, in attesa della decisione finale.
Le Associazioni ambientaliste che hanno proposto ricorso evidenziano- come peraltro ISPRA- che “il livello di tutela è ancora ben lontano da quello previsto dagli standard europei e dalla scienza”, aggiungendo anche che “se sarà necessario andremo avanti sino al Consiglio di Stato per far valere le nostre ragioni”.