MILANO - “Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita della fabbrica?”. Con queste parole, nel 1955, si rivolgeva agli operai di Pozzuoli Adriano Olivetti, che, con la sua visione d’impresa, è considerato a tutti gli effetti un pioniere nel concetto e nella pratica di responsabilità sociale d’impresa. Chissà se nell’immaginario di questo imprenditore, tanto illuminato, si prefiguravano già anche i contorni del volontariato aziendale.
Certo è che da allora i temi della Rsi (responsabilità sociale d’impresa) e del welfare aziendale sono entrati sempre di più nel mondo imprenditoriale. In “Professione volontario”, ricerca curata da Cristiano Caltabiano e Sara Vinciguerra per Fondazione Terzjus (2022, Rubbettino editore), si legge che il volontariato nelle aziende è in espansione, in Italia e all’estero, grazie anche a una serie di esperienze e sperimentazioni degli ultimi venti anni e che nell’ambito del volontariato aziendale, si può distinguere anche il cosiddetto volontariato di competenza, con esperienze che si caratterizzano per un elemento particolarmente innovativo, ovvero le competenze professionali che le imprese, tramite i loro collaboratori, mettono al servizio dei bisogni della collettività, grazie all’intermediazione dell’azienda.
In Italia sono oltre 4mila le imprese (il 5 per cento delle aziende con almeno 50 dipendenti) che hanno offerto al proprio personale l’opportunità di svolgere il volontariato di competenza e altre 21mila (il 26 per cento) sono interessate a consentirlo in futuro. A rivelarlo è un’indagine ad hoc, realizzata tra dicembre 2022 e aprile 2023, dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro), la prima ricerca del genere, che ha acceso i riflettori proprio su questa possibilità.
“Si è scelto di indagare all’interno delle indagini Excelsior –spiega Claudio Gagliardi, vice segretario generale di Unioncamere– anche alcuni processi di innovazione sociale basati sulla collaborazione, nei diversi territori, tra aziende profit e organizzazioni del Terzo settore. In particolare, è stata approfondita la diffusione del volontariato di competenza tra le imprese”. Si tratta della possibilità, offerta ai lavoratori dipendenti, di svolgere attività di volontariato durante l’orario di lavoro, mettendo a disposizione le competenze acquisite nel proprio percorso professionale in azienda.
*di Monica Cerioni