MOIE DI MAIOLATI SPONTINI (An) - Negli ultimi giorni si sono intensificate le richieste da parte di familiari di persone ricoverate presso residenze sociali e sociosanitarie (oltre 12.000 persone), che chiedono di poter riprendere le visite ai loro parenti sospese dai primi di marzo, e le sollecitazioni sui tempi di riapertura dei centri diurni (che accolgono oltre 2000 persone). In alcuni territori regionali inoltre a fatica, ancora oggi, stanno ripartendo i servizi domiciliari (educativi e di assistenza).
Una situazione arrivati a fine giugno non più accettabile.
Per quanto riguarda le visite dei familiari, ad oltre 20 giorni della delibera regionale (n. 685 dell’8 giugno), la situazione permane sostanzialmente bloccata e in pochissime situazioni le strutture hanno disciplinato nuove modalità di visita. La norma regionale non ha stabilito tali modalità, ma ha demandato all’Azienda sanitaria la definizione di protocolli per l’accesso. Ha inoltre disposto che la “direzione di ogni struttura può autorizzare la visita nei casi necessari”. L’effetto di tale disposizioni, con responsabilità non ben definite, ha come effetto il sostanziale blocco delle visite. Una situazione che di giorno in giorno, con la riapertura di ogni tipo di attività, diventa sempre più ingiusta e intollerabile.
Riguardo alla riattivazione del Centri diurni, chiusi dal 10 marzo, a circa 40 giorni dalle disposizioni regionali (Dgr 600 del 18 maggio) che ne disciplinavano le modalità, ad oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, i servizi non sono stati riattivati. Le famiglie, di settimana in settimana, a quasi quattro mesi dal blocco, attendono comunicazioni chiare da parte dei titolari dei servizi, per conoscere data e modalità di riavvio (quando e come).
In alcuni territori regionali, inoltre, anche gli interventi domiciliari stentano a riattivarsi in maniera compiuta.
E’ pertanto urgente che la Regione intervenga urgentemente sulle diverse questioni sopra indicate. In particolare, rispetto alla riapertura strutture per consentire le visite ai familiari, si disciplinino, in situazione di sicurezza, le regole di accesso, senza ulteriori dilazioni. Il permanere di tale situazione induce a pensare che si sia in presenza di scelte motivate non dalla tutela della salute, quanto dalla dimenticanza e dalla sottovalutazione di persone, che evidentemente non risultano contare tanto.