ANCONA - Oltre 3.700 opere recuperate dai 483 volontari di Legambiente che hanno operato in questo anno in 26 comuni colpiti dal sisma per un totale di 3775 ore di volontariato. Questo è il bilancio dell'attività svolta dal gruppo di Protezione Civile Beni Culturali di Legambiente Marche che ha iniziato la sua attività fin dal 24 agosto dello scorso anno.
I tanti volontari hanno prestato soccorso alle opere danneggiate dal sisma lavorando a supporto dei funzionari del ministero dei beni culturali, dei vigili del fuoco e dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale, intervenendo tra le macerie e nelle zone rosse.
"Questo lavoro è frutto di un percorso collettivo che nasce nel 1997, in seguito al terremoto che ha colpito Marche e Umbria. Grazie a tanti anni di lavoro condiviso tra cittadini e istituzioni abbiamo costruito una nuova consapevolezza sui beni culturali che ha permesso oggi alle Marche di essere più forte e meno impreparata di fronte al dramma che ha colpito tutta la nostra Regione - commenta Antonella Nonnis, coordinatrice del gruppo di protezione civile beni culturali Legambiente Marche ".
Continuano le operazioni di recupero delle opere d'arte in cui saranno coinvolti i volontari del gruppo di Protezione Civile Beni Culturali Legambiente Marche. Oggi i volontari sono al lavoro nel Comune di Valfornace mentre da domani fino a giovedì le attività proseguono al Castello di Lanciano nel Comune di Castelraimondo per lo spostamento dei beni.
"Per quanto riguarda il futuro delle opere d'arte nelle aree terremotate - spiega Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche - è urgente uscire dall'emergenza e passare alla fase successiva, fare il punto sulla nuova geografia del patrimonio culturale marchigiano post sisma, l'ubicazione e lo stato dei depositi e iniziare un percorso di gestione e organizzazione dei depositi temporanei al fine di avviare un lavoro di valorizzazione attraverso mostre diffuse e laboratori di restauro nelle zone più prossime ai luoghi di origine, per rinsaldare il sentimento di coesione di cui ha bisogno una comunità per ricominciare a pensare al futuro senza rischiare di disgregarsi. Attività di questo tipo, aperte anche alle scuole, ai restauratori, agli amanti dell'arte, alle università, ai centri di formazione e agli addetti ai lavori che dopo il sisma hanno perso l'impiego, aiuterebbero a creare
occupazione e flusso turistico".
fonte: Ufficio stampa Legambiente Marche ONLUS