FERMO - Sabato 10 Giugno, con la proiezione “La piccola Lola” di Bertrand Tavernier (2004) è terminato il piccolo ciclo cinematografico ”Storie di Adozione” proposto dall’associazione “Famiglie Adottive Insieme” in collaborazione con il Cinema “Sala degli Artisti” di Fermo. Un percorso breve, ma pieno di senso che ha saputo offrire molti spunti su una delle realtà più nascoste della nostra società, quella dell’esperienza adottiva a partire dai diversi punti di vista.
Abbiamo iniziato con “L’incredibile storia di Thimoty Green” diretto da Peter Hedges (2012) attraverso il quale esplorare tutto il mondo dei desideri della coppia alla ricerca di un figlio; un film tutto giocato sul registro del fantastico e dell’allegorico ma profondamente umano. Abbiamo poi proseguito con “L’Arminuta” film del 2021 tratto dall’omonimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio e diretto da Giuseppe Bonito che racconta, in prima persona, la vicenda di una ragazza divisa tra due famiglie, quella adottiva e quella biologica, diversissime fra di loro ma ugualmente inconsistenti dove solo l’alleanza di due bambine contro un mondo farlocco di adulti, le aiuterà a difendersi e a vivere con successo la loro figliolanza e sorellanza. Il terzo appuntamento, “Nowhere special” di Uberto Paolini (2020), esplora invece in modo particolare il tema della paternità, di una paternità impossibile a causa di una malattia mortale, che spingerà il protagonista alla ricerca disperata di una nuova situazione familiare per il suo amato bambino. Ha fatto seguito il film “Figlia mia” di Laura Bispuri (2018) tutto dedicato invece al tema della maternità, con l’esplorazione psicologica delle due madri, quella biologica e quella adottiva, entrambi profondamente problematiche, ma salvate in extremis dalla stessa bambina, la loro figlia comune. Infine l’ultima proposta, “La piccola Lola”, che riprende il tema iniziale del desiderio della coppia, ma questa volta tutto giocato nella drammatica realtà di una ricerca da sfinimento negli orfanotrofi di un paese esotico e lontano, come la Cambogia; una ricerca drammatica, condivisa con un folto gruppo di diverse famiglie unite dalla stessa ricerca. E con questo film quindi anche il tema dell’adozione internazionale.
Ovviamente questo percorso cinematografico non riflette esattamente le problematiche adottive di stampo anche giuridico della presente situazione italiana, problematiche tese fra Servizi sociali, tribunale dei minori, enti per l’adozione, e così via. Si tratta di un percorso che esplora invece in maniera ampia e diversificata una realtà, quella adottiva, che è stata sempre presente nell’esperienza umana e nelle diverse tradizioni nazionali con caratteristiche anche profondamente diverse. Il merito di questa piccola proposta è stata quella di aver aiutato a focalizzare, attraverso queste opere d’arte cinematografiche, il tema della coppia e della su ricerca tra desiderio e drammaticità, della figliolanza, della paternità e della maternità, lette su entrambi i fronti, quello biologico e quello adottivo.
Un grazie sentito a tutte le persone che hanno voluto condividere con noi questo piccolo viaggio cinematografico sui percorsi dell’adozione. In modo particolare allo staff del Consultorio familiare di Porto San Giorgio, l’assistente sociale dott.ssa Chiara Vesprini e lo psicologo dott. Luigi Rocchi; e allo staff dell’Ambito territoriale sociale XIX, le assistenti sociali Dott.ssa Gioia De Santis e la Dott.ssa Michela Siliquini per aver condiviso con noi due appuntamenti per parlarci della situazione territoriale rispetto alle problematiche dell’Affido e dell’Adozione.
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