ANCONA - Con l’invito a partecipare ad uno spettacolo e la consegna di una targa nella quale si esprime senso di gratitudine e di riconoscenza, i dipendenti del Circo Maya Orfei – Circo Madagascar hanno voluto ringraziare la Caritas diocesana di Ancona-Osimo per il sostegno e la vicinanza dimostrati in questo lungo periodo di inattività a causa del Covid-19. Una bella storia di solidarietà iniziata a fine febbraio quando, montati i tendoni e allestito lo spettacolo con tanto di animali al seguito, più di 100 persone tra giocolieri, trapezisti, domatori, pagliacci e assistenti, si sono trovati improvvisamente nell’impossibilità di esercitare la loro arte circense, senza entrate economiche, in pieno lockdown. Un periodo difficilissimo, senza poter lasciare il campo allestito in periferia, sulla cameranense, senza poter rientrare a casa (diversi di loro sono di origine straniera), dovendo comunque accudire gli animali che sono per loro fondamentali per poter assicurare lo svolgimento dell’attività lavorativa. Una condizione di assoluta necessità che la Caritas diocesana - insieme ad altre realtà istituzionali e del privato sociale - ha preso a cuore garantendo aiuto e sostegno. In particolare, la Caritas diocesana ha garantito gli alimenti e beni di prima necessità per tutto il periodo, con due forniture a settimana. Altre realtà si sono occupate degli animali. Il 2 luglio finalmente il Circo Madagascar ha potuto riprendere la propria attività circense, con spettacoli aperti al pubblico secondo le norme previste dalle regole anti contagio. Durante il lockdown è nata “Ancona”, una bellissima zebra piena di vita. Gli operatori gli hanno voluto dare il nome della nostra città come segno di gratitudine per i gesti d’amore che hanno ricevuto dalla comunità locale.
Ad Osimo invece, a partire dal lockdown il Centro d’Ascolto è rimasto chiuso al pubblico, secondo le indicazioni delle autorità sanitarie. Oriana, una delle volontarie più attive in questo servizio, non si è persa d’animo e dalla propria abitazione, telefono in mano, ha continuato il suo impegno di ascolto delle persone in difficoltà. “All’inizio non è stato facile ma poi, mano a mano, mi sono accorta che anche attraverso il telefono potevo donare un momento di vicinanza e di conforto. Ho così cominciato a telefonare regolarmente ad alcune persone anziane. Ho incontrato molta solitudine e senso di smarrimento e la voce ha colmato spesso questo senso di vuoto. Per molte settimane si è detto che i più colpiti erano proprio gli anziani. Anche per me è stato un momento difficile. Sentirmi utile agli altri mi ha dato la forza di andare avanti.” Oriana continua il suo racconto durante un incontro organizzato lo scorso 5 agosto (anniversario della scomparsa di don Flavio Ricci, uno dei fondatori della Caritas diocesana) per riprendere i contatti con tutti i volontari di Osimo e ripensare insieme alla ripartenza - a settembre - dei servizi ai poveri, nelle condizioni di sicurezza. “Molte persone all’inizio della conversazione si scusavano per essersi rivolti alla Caritas, non celando un vero imbarazzo. Non avrebbero mai pensato di trovarsi improvvisamente senza alcuna forma di sostentamento economico e mai, prima d’ora, avevano pensato di rivolgersi alla Caritas. E grande è stato il cuore e la risposta che siamo riusciti a dare come Caritas, insieme a tutta la comunità solidale di Osimo.”