ANCONA - Questa mattina sotto le prefetture italiane si sono tenuti presidi, flash mob e conferenze stampa per richiedere la regolarizzazione dei migranti presenti in Italia, una regolarizzazione necessaria in un periodo di emergenza sanitaria. Anche ad Ancona, sotto la prefettura di piazza del Papa, di è tenuta una conferenza stampa indetta dall’Ambasciata dei Diritti Marche ed è stata consegnata una lettera con le motivazioni della contrarietà al decreto regolarizzazione del governo.
L’iniziativa anconetana, come le altre, nasce dalla campagna “Siamo qui sanatoria subito” promossa da Legal Team Italia, Campagna LasciateCIEntrare, Progetto MeltingPot Europa e Medicina Democratica sottoscritta da oltre 500 realtà organizzate di tutta Italia e altrettante firme di singole persone: l’appello diffuso dopo l’inizio dell’emergenza sanitaria chiede una sanatoria subito, senza fare distinzioni legate all’esercizio o meno di una professione, e senza avere come riferimento un datore di lavoro. In questi mesi la proposta ha raccolto consensi e gli attivisti si sono incontrati virtualmente, fornendo riflessioni e analisi che potevano essere molto utili al Governo, ma anche ai tanti che non sanno che i migranti irregolari non possono iscriversi al Sistema Sanitario Nazionale, e non hanno di conseguenza un medico di base cui rivolgersi, e se andando al Pronto Soccorso c’è l’eventualità di un controllo che può portare alla sua espulsione o ad essere recluso in un CPR (centri di permanenza per il rimpatrio).
Il dibattito politico attorno alla regolarizzazione delle persone migranti sprovviste di titolo di soggiorno, ancora una volta, ha fatto emergere il peggio tra retorica utilitaristica e becero razzismo. Il discorso pubblico che è stato prodotto nei media, sia dal governo che dalle opposizioni, si basa sull’affermazione della “punizione” della persona, a cui viene attribuita la responsabilità della precarietà, della povertà, della perdita dei documenti, mentre proprio quel sistema che è il vero responsabile del disastro sociale viene premiato mettendo al suo servizio le braccia che servono in questo momento, separate dai corpi, dalle menti, dagli affetti e dai bisogni. Rifiutiamo perciò la visione utilitarista e culturale del governo che ritiene il migrante come un soggetto “usa e getta” utile solo come forza lavoro per l'agricoltura e l’allevamento, e nel lavoro di cura domestica.
Abbiamo promosso questa iniziativa sotto la Prefettura per dire chiaramente che la “regolarizzazione” contenuta nel “DL Rilancio” è totalmente insufficiente, parziale ed escludente. Per di più, la richiesta di un versamento amministrativo di 400 euro rappresenta un ulteriore elemento di esclusione operato sulla base del reddito della persona. Chi realmente pagherà questa quota, il datore di lavoro o il lavoratore? Stesso discorso per il rilascio di un permesso di ricerca lavoro: una concessione di soli 6 mesi con requisiti troppo stringenti!
Vogliamo che siano garantiti i diritti fondamentali a chi in questi anni ne è stato privato da una normativa che a colpi di leggi securitarie e discriminatorie continua a produrre irregolarità ed esclusione. Sono più di 600mila le persone rese invisibili, alla quali si aggiungeranno coloro che per via della crisi economica o con permessi precari in scadenza non riusciranno a mantenere i requisiti necessari. Quanti di loro potranno effettivamente emergere da questa condizione? Ricordiamo che non avere un permesso di soggiorno nega l’accesso alla sanità, all’iscrizione anagrafica, alla possibilità di ricongiungere i propri cari, esclude da ogni misura di welfare! Rende le persone invisibili, e per il mercato del lavoro ancora più ricattabili e sfruttabili.
Vogliamo invece riportare l’attenzione generale sui diritti della persona, ovvero il titolo di soggiorno anche slegato dal lavoro, un degno salario, la casa, l’accesso al welfare ed in particolare la garanzia del diritto alla salute, completamente assenti dal dibattito pubblico.
Considerato che solo in pochi potranno usufruire della norma “Emersione di rapporti di lavoro”, ribadiamo che la regolarizzazione deve essere generalizzata per tutti/e coloro che si trovano in condizione di irregolarità o di precarietà giuridica. Continuiamo per questo a richiedere il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione di almeno un anno, rinnovabile e convertibile in altro titolo di soggiorno che veda come unico requisito la presenza in Italia.
Ambasciata dei diritti Marche
#siamoqui
#sanatoriasubito