(Moie di Maiolati Spontini - AN) - Nei giorni scorsi la Giunta regionale (Dgr 1718 del 17.12.2018) ha inviato alla Commissione consiliare competente, per il parere, una nuova proposta (abrogando la precedente del maggio 2018) di definizione dei requisiti di funzionamento delle strutture diurne e residenziali sanitarie e sociosanitarie riguardanti le aree disabilità, salute mentale, dipendenze, minori. Viene stralciata la parte riguardante anziani non autosufficienti e persone con demenza e tutti i servizi sociali di esclusiva competenza comunale.
L’aspetto più grave e preoccupante riguarda la disposizione che tutte le strutture attive o in via di realizzazione, ovvero il totale dell’offerta, potranno mantenere fondamentali requisiti strutturali secondo le disposizioni della precedente normativa. Il punto è che alcuni di questi aspetti non erano normati precedentemente. E dunque non devono rispettare alcun requisito.
Ad esempio si permette il mantenimento di camere a 4 letti per oltre il 65% dell’offerta (circa 600 persone) residenziale rivolta alle persone con disabilità; per la totalità dell’offerta nell’area della salute mentale (circa 650 posti), per il 50% dei posti di residenza sanitaria assistenziale per anziani. Sul tema del numero di utenti per struttura l’offerta già attiva non avrà limiti alla possibilità che all’interno dello stesso edificio possano essere ospitate centinaia di persone.
La scelta regionale è quella di promuovere e sviluppare strutture di grandi dimensioni, invece di incoraggiare la creazione di piccole comunità inserite nei normali contesti di vita delle persone. Una scelta che privilegia grandi contenitori per grandi gestori (con imponenti capacità economiche) a danno di piccole esperienze sviluppate nei territori. Se la delibera verrà approvata senza modifiche, essa segna la fine delle esperienze delle piccole comunità nell’area disabilità e salute mentale. Un ritorno al passato.
Ma la proposta si caratterizza anche per altri aspetti negativi a partire dalle modalità di valutazione e accesso ai servizi, rimandando - ancora una volta - per la definizione dell’appropriatezza degli interventi l’adozione di idonei strumenti di valutazione, così come dimentica di inserire aspetti essenziali nel funzionamento dei servizi (ad esempio tempi di apertura annua di alcuni servizi diurni)
Il Gruppo Solidarietà ha elaborato un primo documento di analisi della delibera TORNARE TORNARE INDIETRO. La nuova proposta della regione Marche sui requisiti dei servizi nel quale analizza le indicazioni di carattere generale e specifiche per singolo servizio.
Nei mese scorsi il Gruppo Solidarietà aveva promosso un documento appello - cui hanno aderito numerose organizzazioni e oltre 380 persone, tra le quali, molti operatori, familiari, volontari - nel quale si chiedeva che venissero salvaguardati, sostenuti, potenziati i servizi di piccole dimensioni inseriti nei normali contesti abitativi. Servizi centrati sulle persone e sulle loro esigenze. Luoghi di vita, condizione per essere anche luoghi “di cura”. Servizi che promuovano inclusione e quindi de-istituzionalizzazione.
La proposta della giunta regionale è quanto di più lontano dai contenuti dell’Appello.
Fonte: Gruppo Solidarietà - Moie di Maiolati Spontini