ANCONA - La proposta di nuovi requisiti rafforzano l'Istituzionalizzazione dei servizi. Per i servizi già attivi - oltre il 90% dell'offerta da qui ai prossimi anni - mantenimento di 4 letti per camere, nessun limite ad accorpamenti all'interno dello stesso edificio, mancata previsione di spazi minimi all'interno dei servizi diurni e residenziali
Nei giorni scorsi il Gruppo Solidarietà ha inviato un documento alla IV Commissione Consiliare, che è chiamata ad esprimere un parere sulla proposta della giunta che definisce i nuovi requisiti di funzionamento (autorizzazione) dei servizi diurni e residenziali, nel quale si esprime il fermo dissenso riguardo alle proposte che si vanno definendo.
Si tratta di previsioni che mantengono e rafforzano modelli di istituzionalizzazione. In sostanza i nuovi requisiti su alcuni aspetti fondamentali quali: spazi dei servizi, numero di letti per camera, possibilità di accorpare all'interno della stessa struttura anche centinaia di persone, non modificano le norme preesistenti - anche quando queste non erano presenti - e dunque permettono il mantenimento di requisiti fissati nei primi anni 2000.
Ad esempio si permette il mantenimento di camere a 4 letti per oltre il 65% dell'offerta (circa 600 persone) residenziale rivolta alle persone con disabilità; per la totalità dell'offerta nell'area della salute mentale (circa 650 posti), per il 50% dei posti di residenza sanitaria assistenziale per anziani. Sul tema degli accorpamenti l'offerta già attiva (per circa 16.000 utenti) non avrà limiti alla possibilità che all'interno dello stesso edificio possano essere ospitate centinaia di persone. Si tratta di importantissimi requisiti di qualità in servizi nei quali le persone possono vivere per molti decenni. E' giusto e dignitoso che una persona possa vivere per così tanti anni in una camera a 4 letti?
Il Gruppo ribadisce la richiesta che anche per i servizi preesistenti valgano i requisiti di quelli di nuova realizzazione, prevedendo un adeguato, ma certo, tempo di adeguamento; di mantenere comunità di massimo 10 persone inserite nei normali contesti abitativi senza possibilità di accorpamento.
Nei mese scorsi il Gruppo Solidarietà aveva promosso un documento appello - cui hanno aderito 20 organizzazioni del terzo settore, oltre 380 persone, tra le quali, molti operatori, familiari, volontari - nel quale si chiede che vengano salvaguardati, sostenuti, potenziati i servizi di piccole dimensioni inseriti nei normali contesti abitativi. Servizi centrati sulle persone e sulle loro esigenze. Luoghi di vita, condizione per essere anche luoghi "di cura". Servizi che promuovano inclusione e quindi de-istituzionalizzazione.
Quello che sta proponendo la giunta regionale è quanto di più lontano dai contenuti dell'Appello.
fonte: Gruppo Solidarietà www.grusol.it