PESARO - La prima pubblicazione “Ardizio. Sentieri e pensieri” era stata realizzata l’estate dello scorso anno; è tuttora disponibile nelle due versioni (italiana o inglese) e riguarda i sentieri del colle, quello antico, percorso nell’età del ferro dai Piceni, e quelli odierni per raggiungere la fonte romana di Sajano o per scendere al mare in pochi minuti attraverso il bosco. Racconta anche le vicende storiche e le vie di comunicazione di quel periodo.
La nuova pubblicazione riguarda la cultura materiale ed è intitolata “Ardizio. Coltura è cultura. Alberi di ulivo e di poesia e pace” ed è a cura dall’associazione di volontariato “ARFELIX (Associazione colle ARdizio FELIX) odv”, ambientalista e animalista, impegnata nel sociale contro i rischi del gioco d’azzardo patologico e della dipendenza delle nuove tecnologie e social network. Il racconto prende spunto dalla poesia di Pascoli “La canzone dell’ulivo”. Il presidente dell’associazione di volontariato ARFELIX odv, Gianfranco Flori, reciterà la poesia di Pascoli sull’ulivo. Le poesie di Pascoli sono analogiche, simboliche, spesso enigmatiche e misteriose..
Questo lavoro svela i simboli attribuiti da Pascoli all’albero di ulivo e propone apporti innovativi di critica letteraria sui quali si potrà discutere. Nel testo si immagina un colloquio nell’oliveto pesarese di strada Panoramica Ardizio n. 43, dove un nonno insegna al nipote come si deve coltivare l’ulivo, che in questo periodo ha bisogno di una potatura leggera, detta estiva, cioè una ripulitura, come verrà mostrato ai presenti, seguendo le indicazioni della poesia.
Il testo è suddiviso in brevi e vivaci sezioni che seguono le strofe della poesia svelando le simbologie. Con commenti a volte ironici, a partire dalle poetiche ottocentesche e dai confronti aspri tra quei poeti, anche pesaresi, si scoprono tematiche ancora attuali celate in questa poesia, come profezie di Pascoli: Rovine di guerra, Ulivo di pace, Aria e sole, Potatura, Paesaggio e poesia, Caparbietà per la sopravvivenza, Sofferenza, Resilienza (questa sezione svela anche la simbologia degli oliveti dipinti da Van Gogh), Nuovi riferimenti per le future generazioni, Il nido del fanciullino, La “Piccola Atene delle Marche”, Il sipario neoclassico pesarese, La “Terza Italia”, Elogio della lentezza, Decadentismo, Vaporiere e sepolcri di fine ‘800, L’oracolo delle rane, Le magnifiche sorti e progressive, Il nuovo nido africano, Serenità.
Si delinea così anche un contributo originale per la ricerca, suoi colli pesaresi, della “natura della cultura”, tema scelto dalle istituzioni locali per “Pesaro capitale italiana della cultura 2024”.Queste pubblicazioni rientrano nell’ambito del progetto Welfare Cult finanziato dalla Regione Marche con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per contrastare gli effetti di esclusione sociale, precarizzazione e marginalizzazione acutizzati dalla pandemia, riscoprendo la natura come bene comune e fonte di benessere individuale e sociale. E’ in corso la scrittura della terza pubblicazione della serie “Ardizio”: il titolo provvisorio è “Ardizio. Radici”.
La prima pubblicazione “Ardizio. Sentieri e pensieri” faceva parte del progetto “Facciamo rete – Terzo settore Marche per l’emergenza Covid-19” promosso da 58 associazioni marchigiane e aveva per capofila ANPAS Marche.
Questa seconda pubblicazione “Ardizio. Coltura è cultura. Alberi di ulivo e di poesia e pace” fa parte del progetto “Welfare cult: relazioni, cultura e benessere”, come percorso di welfare culturale attraverso servizi e attività realizzati da 12 partner e 22 associazioni marchigiane seguendo contenuti culturali quale mezzo per raggiungere il benessere psicofisico e ha per capofila ACLI Marche. Il progetto è finanziato dalla regione Marche con le risorse del Ministero delle politiche sociali
Il racconto della seconda pubblicazione, quella sugli ulivi, appena pubblicata, inizia così:
“Il nonno mi porta oggi a vedere le potature leggere, dette anche estive o verdi, cioè le ripuliture, con piccoli tagli, degli ulivi in questo podere gestito a Pesaro dall’Azienda agricola e agriturismo “Ardizio 43”, dove ha sede anche l’associazione di volontariato “ARFELIX (Associazione colle ARdizio FELIX) Odv”. Questo è un oliveto piantato negli anni settanta del ‘900 in terreno tufaceo, con alcune chiome ricostituite dopo la gelata del 1985. Ci sono 350 ulivi varietali, per favorire l’impollinazione incrociata: frantoio, leccino, ascolana, moraiolo, pendolino, raggiola. Si ricava un olio extravergine di oliva dal sapore di fruttato, amaro e piccante, ma non troppo aspro, quindi gradevole anche per i bambini.Mi dice però che, per comprendere bene come si coltiva e si pota un ulivo, è utile che imparo la poesia di Giovanni Pascoli “La canzone dell’ulivo”; meglio se a memoria, come si usava un tempo quando la tradizione popolare si trasmetteva con la memoria collettiva.
La poesia inizia con un’immagine di morte in un ambiente spettrale prodotto dalla guerra. Il poeta invita allora a ricostruire un ambiente pacifico per ritrovare una vita armoniosa con la natura. Come si respira qui, dove ora siamo noi, su questa collina pesarese di fronte al mare, dentro boschetti di querce, di acacie, di conifere; tra arbusti, ginestre e canneti; su sentieri e ripe; tra policolture di campi e orti, frutteti e oliveti. Dove se ti fermi in silenzio a osservare i colori e ascoltare le voci delle stagioni, puoi anche scoprire le tracce di scoiattoli, fagiani, caprioli, rapaci, istrici, strigidi, tassi, volpi (vedi Ardizio. Sentieri e pensieri, 2022).
Fonte: Ufficio stampa Welfare Cult