ROMA - La sala Aldo Moro della Camera dei Deputati ha ospitato la presentazione di "Venti anni di servizio. Csv 1997-2017, una storia di promozione del volontariato" il libro-reportage realizzato da CSVnet per raccontare le "strane entità" che in due decenni hanno inventato da zero un modello per promuovere il volontariato in Italia.
Dall'inizio del cammino agli impegni che la rete dovrà affrontare con la riforma del Terzo settore, il libro scritto dal giornalista Giovanni Augello racconta i centri fino al 31 dicembre 2017, quando i Csv erano 71 (di cui 69 soci di CSVnet) e ripercorre le principali tappe della loro evoluzione in un viaggio che ha toccato tutte le regioni d'Italia, raccontando le sfide vinte, i progetti che sui territori e a livello nazionale hanno fatto la differenza.
"In questi mesi girando per l'Italia – ha raccontato l'autore – i responsabili dei centri mi hanno parlato di un volontariato capace di essere sempre all'altezza, in qualche caso persino come strumento di resilienza che fa argine allo spopolamento in territori dove queste strutture sono spesso l'unico supporto alle piccole associazioni".
E di "sfida" ha parlato anche il presidente di CSVnet Stefano Tabò, nel suo discorso di apertura: "La storia dei centri si può riassumere in una sfida che all'epoca (1991) lanciò il Parlamento approvando la legge quadro sul volontariato che li istituì; oggi possiamo dire che questa sfida, grazie anche al contributo delle fondazioni bancarie, è stata raccolta in tutta Italia con entusiasmo e connettendo organizzazioni anche molto diverse fra loro".
"Le pagine del libro – ha proseguito Tabò – evidenziano anche che i centri non sono nati con le poche righe contenute nel testo di legge, ma grazie alle persone che hanno creduto nel progetto e che in tutta Italia si sono rimboccate le maniche mettendo entusiasmo, idee, intuizioni e sensibilità nella realizzazione di progetti i cui risultati sono visibili ancora oggi".
Nel suo intervento Tabò ha evidenziato come la presentazione del volume sui 20 anni coincida con un momento importante per la storia dei centri, chiamati ad evolvere su impulso della riforma del terzo settore per fare in modo che il maggior numero possibile di cittadini sia spinto a fare esperienze di volontariato. "Vogliamo essere sempre di più 'luoghi di contagio': il volontariato si diffonde fra le persone con il passa parola e spesso chi fa questa esperienza non riesce a smettere e la moltiplica, contagiando anche gli altri. Su questo non ammettiamo deleghe e vogliamo essere protagonisti a fianco delle altre realtà del terzo settore".