Lavoro e formazione in carcere, in arrivo il laboratorio di “Artigiani dentro”

Città: PESARO - Venerdì, 24 Maggio 2024 Scritto da Ufficio stampa Csv Marche

Lo spazio è in allestimento nell’istituto di Pesaro grazie all’impegno dell’associazione Bracciaperte, che negli scorsi mesi ha coinvolto dodici detenuti in un corso di formazione tecnica. Vi saranno riparati elettrodomestici e biciclette recuperate e poi donate alla comunità. Dal 2013, Bracciaperte ha gestito la formazione professionale di millecinquecento detenuti e curato tante altre attività socio lavorative. Mario di Palma, presidente dell’associazione: “Ma il volontariato in carcere resta un tema ancora troppo sottovalutato”.

PESARO – Un luogo di formazione e reinserimento nella società attraverso il lavoro per i detenuti, un centro dove riparare elettrodomestici e biciclette per poi donarli alle comunità. Nasce con questa visione il laboratorio polifunzionale all’interno del carcere di Pesaro che presto aprirà le proprie attività. A renderlo possibile, l’associazione pesarese Bracciaperte, da 13 anni attiva negli istituti penitenziari regionali e nazionali, in variegate azioni a scopo socio lavorativo.
I volontari stanno completando rifiniture e arredamento. Il nuovo spazio è la tappa di approdo del progetto più ampio “Artigiani dentro”, nato negli scorsi quattro mesi, periodo in cui l’associazione Bracciaperte si è impegnata a gestire la formazione di dodici detenuti attraverso un corso per tecnici di elettrodomestici realizzato col contributo di Cassa Ammende e il coordinato dall’ente formativo di Senigallia 9000uno. “Dopo la formazione, la Direzione del Carcere con il contributo dell’Ats1 ci ha dato il via all'ideazione del laboratorio polifunzionale”, spiega Mario Di Palma, presidente di Bracciaperte e responsabile, insieme a Katja Parcesepe, della docenza e della didattica del corso.  Il laboratorio sarà un centro assistenza dove riparare prodotti donati e metterli a disposizione delle famiglie in difficoltà. Continua Di Palma: “Sono molteplici i benefici generati sul territorio da un progetto così importante, tra la formazione di detenuti, la riscoperta di vecchi mestieri, il recupero di frigoriferi, lavatrici, bici e altre apparecchiature, a favore della comunità”. Tutto ciò sarà garantito dalla presenza dei volontari di Bracciaperte e di altre associazioni coinvolte. “Il lavoro è alla base della dignità umana ed è il modo migliore per evitare la recidiva. Troppo spesso la pena è espiata senza che siano avviati percorsi per il reinserimento nella società”, continua Di Palma. Bracciaperte negli anni ha coinvolto circa millecinquecento detenuti nei propri laboratori, gestiti da volontari e da artigiani. Nel 2013 l’associazione ha vinto il riconoscimento “Coesione volontariato e impresa” della Regione Marche e nel 2021 le attività svolte durante il Covid le sono valse la premiazione a Roma alla Giornata internazionale del volontariato.
Lo scorso anno insieme alla Fondazione Wanda Diferdinando e all’associazione Toc, Bracciaperte ha reso possibile “Stanza libera tutti”, una serie di azioni e incontri con i clown per migliorare gli spazi rivolti ai minori che fanno visita ai propri cari in carcere. Inoltre, Bracciaperte ha realizzato nell’istituto penitenziario di Pesaro e con l’associazione Isaia due corsi tecnici, di riparazione elettrodomestici e di meccanico bici e un laboratorio artistico per le scenografie di uno spettacolo dell’Aias di Pesaro.  “Crediamo che la rete sia fondamentale affinché il Terzo settore possa raggiungere capillarmente quante più persone in difficoltà possibile. Per questo da anni incontriamo i ragazzi nelle scuole di vario ordine e grado per sensibilizzare il tema del volontariato e sono in tanti ad aderire ai nostri progetti – riflette Mario di Palma, che conclude con rammarico – Tuttavia occorre evidenziare come il tema del volontariato in carcere troppo spesso sia coperto da un velo di pregiudizi. Le attività formative e benefiche sono quasi sempre affidate al volontariato che opera quasi sempre autofinanziandosi e con risicate risorse. Da anni cerchiamo una sede dove realizzare un laboratorio che possa coinvolgere anche i giovani in abbandono scolastico. Ma ormai ci abbiamo rinunciato, rassegnandoci al fatto che continueremo i laboratori solo in carcere”.