ANCONA - Il FAI Marche crede fermamente all'importanza di poter costituire un'Area Marina Protetta "Costa del Conero", che per morfologia paesaggistica è senza dubbio il tratto di costa più bello e più fragile del nostro litorale marchigiano e non.
E' risaputo che la presenza di un'area marina protetta, non solo consente una tutela della biodiversità, altrimenti minacciata, come nel nostro caso, da sempre maggiori impatti dell'attività antropica sugli ecosistemi marini, ma permette la tutela di attività economiche già esistenti in linea con una fruizione della natura più rispettosa e di maggior qualità, mentre sul lungo periodo consente di migliorare la performance di tutto il sistema, con notevole miglioramento anche del ripopolamento ittico immediatamente al di fuori di essa, fenomeno che sempre segue la istituzione dell'AMP.
Questi effetti sono frutto di esperienze dirette da parte del FAI nei nostri beni inseriti nel contesto di Riserve Marine Protette: la Baia di Ieranto a Punta Campanella (Na) e l'Abbazia di San Fruttuoso situata nell’Area Marina protetta di Portofino.
In entrambi i casi non vi sono stati limiti alla fruizione ordinata e disciplinata dei beni, la ripopolazione ittica e la biodiversità sono cresciute con notevole incremento del valore del territorio.
Aree Marine Protette in Adriatico, come delle piccole oasi, darebbero beneficio indiretto anche alla storica attività peschereccia del nostro mare, assolutamente da tutelare, che già da anni deve fare i conti purtroppo con i fermo pesca annuali, proprio a causa della sperequazione tra capacità di ripopolamento delle specie marine e richiesta sui mercati ittici nazionali e non.
Non dobbiamo dimenticare inoltre che l’istituzione di un’area marina protetta comporta differenti gradi di tutela. Nelle zone di tutela integrale (definite Zone A) vengono interdette tutte le attività che possono arrecare danno o disturbo all’ambiente marino, l’estensione di queste aree è solitamente limitato. Mentre nelle zone B e C, rispettivamente di riserva generale e di riserva parziale vengono consentite molte attività che permettono una fruizione, ancorché sostenibile, dell’habitat marino. La maggiore estensione dell’area marina protetta ricade in genere in zona C e in seconda battuta in zona B. La modulazione garantisce quindi la tutela delle aree di maggior pregio ma non preclude lo svolgimento di attività debitamente normate. Nel caso della proposta avanzata dal Ministero dell’Ambiente e da ISPRA per la Riserva Costa del Conero non si prevede una zona di tutela A ma solo B e C, garantendo lo svolgimento di un lungo elenco di attività tra cui la balneazione, la navigazione a vela e a motore (quest’ultima regolamentata), il trasporto passeggeri e visite guidate, la pescaturismo e molto altro.
In questi nostri tempi nei quali la tutela dell'ambiente è divenuta oggetto primario di attenzione a causa dei molteplici fattori che lo mettono a rischio, dai cambiamenti climatici, alla eccessiva antropizzazione che spesso si coniuga con comportamenti impossibili da sostenere, sia pure comprensibilmente leciti, occorre una visione coraggiosa che permetta di affrontare anche eventuali lungaggini burocratiche o eccessive complicazioni in nome della difesa del nostro paesaggio.
Il FAI Marche auspica un ripensamento del problema e l'apertura di un dialogo tra la Regione e le Amministrazioni interessate da un lato e le Associazioni e i portatori di interesse, nonché i cittadini dall'altro, affinché si valuti ancora questa possibilità di tutelare uno dei tratti più significativi della nostra Regione.
Alessandra Stipa
Presidente FAI Marche