FALCONARA M.MA (An) - Parlare di migrazioni con chi, da anni, è impegnato concretamente nell'accoglienza, toccando con mano tragedie e speranze di chi arriva via mare, affrontando viaggi rischiosissimi in condizioni disumane. Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, sarà ospite di un incontro pubblico, promosso dall'associazione La tenda di Abramo con la collaborazione del CSV Marche (Centro servizi per il volontariato), per domenica 18 marzo alle ore 18,15, presso la chiesa B.V. Maria del Rosario di Falconara Marittima.
Medico chirurgo siciliano, Bartolo è, dal 1992, il responsabile delle prime visite a tutti i migranti che sbarcano a Lampedusa e di coloro che soggiornano nel centro di accoglienza. É tra i protagonisti del film documentario "Fuocoammare" di Gianfranco Rosi, Orso d'oro al festival di Berlino nel 2016, e candidato nella categoria "Miglior documentario" agli Oscar 2017; ed è autore, con Lidia Tilotta, del libro "Lacrime di sale. La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranza" (Mondadori, 2016), tradotto in molteplici lingue, e vincitore di un premio letterario. Sostenitore della necessità di corridoi umanitari contro la tratta degli esseri umani, porterà la sua personale testimonianza di medico, che da oltre 25 anni accoglie i migranti nell'isola, li cura e li ascolta, raccontando come viene gestita la situazione, e cosa è cambiato, in seguito ai vari provvedimenti legislativi.
"Crediamo che incontrarlo sia un'occasione importante per tutti noi - dichiara Erika Manuali, presidente dell'associazione La tenda di Abramo - il dottor Bartolo, nonostante abbia assistito e continui ad assistere, tutti i giorni, a tanta sofferenza e dolore, non si lascia vincere dalla negatività degli eventi, ma prova ancora a vivere in modo autentico l'umanità dell'incontro con le persone che arrivano a Lampedusa e la condivide, affinché la comunità possa rendersi più consapevole".
Ritenendolo di particolare valore educativo, La Tenda di Abramo si è impegnata a pubblicizzare l'evento anche nelle scuole superiori, nei gruppi parrocchiali della diocesi e nei gruppi giovanili.
L'iniziativa si inserisce inoltre all'interno di un percorso formativo, avviato quest'anno dall'associazione e rivolto principalmente ai giovani del territorio, con un'attività che propone ai ragazzi di immedesimarsi per un giorno nella vita di una persona senza dimora vivendo i suoi tempi, la sua forte solitudine e le sue mancanze materiali, con l'obiettivo di far riflettere su cosa significa vivere in strada.