Inagurato Ancona Check Point

Città: ANCONA - Martedì, 29 Marzo 2022 Scritto da Staff CSV Marche

Presso il Centro, che si trova in via delle Grazie 106, sarà possibile effettuare gratuitamente test per HIV, HCV e Sifilide. Dopo il traguardo raggiunto lo scorso dicembre diventando Fast Track City, il capoluogo continua nell’impegno per prevenire HIV e Infezioni Sessualmente Trasmissibili. Riceviamo e pubblichiamo. 

ANCONA - Ancona e tutto il suo territorio hanno un nuovo e importante strumento per sconfiggere l’HIV e le infezioni sessualmente trasmissibili: è stato infatti aperto Ancona Check Point, il centro presso il quale chiunque può eseguire gratuitamente ed in modo anonimo i test per HIV, HCV e Sifilide.
La struttura, che si trova in via delle Grazie 106 ad Ancona è stata inaugurata nel pomeriggio del 24 marzo alla presenza delle autorità e di tutte le realtà, istituzionali e del privato sociale, coinvolte nella sua realizzazione, a cominciare dall’Associazione Opere Caritative Francescane, capofila del progetto che ha vinto un bando della Fondazione Gilead Italia, e che gestirà direttamente il servizio.
Spiega a questo proposito Luca Saracini Direttore Generale dell’Associazione: “Saremo aperti tutti i mercoledì dalle 17.30 alle 20.30: per accedere ai test, vista l’emergenza Covid ancora attiva, sarà necessario prenotare un appuntamento. Per farlo sarà sufficiente andare sulla nostra nuova piattaforma web, www.anconacheckpoint.it, andare alla pagina “prenota il test” escegliere l’orario tra quelli a disposizione. Un’altra modalità di presentazione sarà quella tramite il numero telefonico a disposizione, il 3333296130, al quale si potrà chiamare dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00”
Oltre alla presentazione dei servizi, la giornata dell’inaugurazione è stata anche l’occasione per cementare la sinergia tra le tante realtà che sostengono il check point. Infatti erano presenti Emma Capogrossi, Assessora alla Sanità, per il Comune di Ancona, Luca Butini per ANLAIDS Marche e per gli Ospedali Riuniti di Ancona, di Anlaids Marche, di Rossella Papli di Free Woman, Simone Breccia per la Caritas Diocesana Ancona-Osimo e Matteo Marchegiani per Arcigay Ancona oltre a Carlo Ciccioli, in rappresentanza della Regione e all’Arcivescovo di Ancona-Osimo Angelo Spina. Proprio quest’ultimo, evidenziando che l’opera di Ancona Check Point ricorda quella del Samaritano che si prende cura di chi ha bisogno, ha chiosato: “Oggi è necessario prendere in cura le persone ma soprattutto prevenire per poter intervenire meglio dopo. Quello dato da Ancona Check Point è un bel segnale, con grande valenza civile ma anche umana e spirituale.” Un segnale che, come sottolinea, Emma Capogrossi, è caratterizzato dal lavoro di squadra: “La realizzazione di questo Check Point indica che il lavoro di rete, che abbiamo avviato da tempo, è efficace e risponde all’idea di non fare dichiarazioni d’intenti ma cose concrete. A questo proposito bisogna ricordare che Ancona Check Point, oltre ad avere la sede fissa di via delle Grazie avrà anche dei punti mobili sul territorio rappresentati dalle sedi delle altre associazioni e anche dal nostro Informabus che girerà nelle piazze della città e nei luoghi dove si incontrano i giovani.”
Le fa eco Andrea Butini di ANLAIDS Marche: “questo è un risultato che non è stato difficile raggiungere perché tutti i soggetti erano abituati a lavorare insieme e a trovarne anche altri. Credo che quello proposto qui per la prevenzione di HIV e altre infezioni sessualmente trasmissibili, sia un modello di collaborazione tra ente pubblico e associazioni che potrebbe fungere da esempio per altre emergenze come quelle che, con numeri molto più ampi, stiamo vivendo ora.”
In effetti è proprio in virtù di questa forte ed eterogenea sinergia che Ancona oltre ad essere una tra le poche città d’Italia a vantare la presenza di un Check Point è anche una delle poche Fast Track City, ossia una città che a fronte della firma di un protocollo ufficiale (firmato lo scorso 3 dicembre) è entrata nel novero delle municipalità che si sono impegnate formalmente ad abbattere radicalmente entro il 2030 il numero di casi di HIV. Non è un caso che all’inaugurazione abbia partecipato anche il Vicepresidente dello IAPAC (l’ente che sovrintende a livello mondiale l’adesione delle città a questo protocollo), Bertrand Audoin, giunto appositamente da Parigi per sottolineare l’importanza del modello anconetano: “non è importante la dimensione della città quanto la rete che è stata coinvolta, in questo caso particolarmente eterogenea e diversificata, e che il progetto sia concreto e finalizzato a rendere più consapevoli le persone e a migliorare la loro vita. In questo senso porterò di sicuro, ad altre città che vogliano diventare Fast Track City, la testimonianza di quanto è stato fatto nella città di Ancona”.