ANCONA - Regione con un tasso di fecondità particolarmente basso, dove le famiglie allontanano sempre più l’esperienza riproduttiva e che deve cominciare a fare i conti con un problema di ricambio generazionale. Sono questi i risultati salienti della ricerca, nata da un progetto del Forum delle associazioni familiari delle Marche, finanziato dal Consiglio regionale, e condotta dal Centro interdisciplinare di ricerche e studi su famiglie, infanzia e adolescenza (CIRSFIA) e dal Dipartimento di Economia, Società, Politica (DESP) dell’Università di Urbino. L’indagine, che poggia su analisi di dati statistici, interviste con i referenti di Ambito sociale e genitori, oltre che su focus group, è stata presentata a Palazzo delle Marche, nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, dal Presidente del Forum delle Associazioni Familiari Marche, Paolo Perticaroli, e dal Presidente del Forum per la provincia di Pesaro e Urbino, Gianluigi Storti. E’ toccato a due rappresentanti dell’Università di Urbino, il professor Guido Maggioni, responsabile del coordinamento scientifico del progetto, e la dottoressa Isabella Quadrelli che ha condotto il lavoro di ricerca, le cui rilevazioni sono tuttora in corso, esporre il quadro della situazione. “Il Consiglio regionale è da sempre in prima linea per sostenenere le politiche a favore della famiglia, in particolare i servizi per la prima infanzia che, nelle Marche, sono di ottimo livello – ha affermato il Presidente Mastrovincenzo – occorre agevolare sempre più l’accesso a questi servizi e, nel contempo, serve agire nei confronti del settore privato per migliorare le politiche di conciliazione dei tempi vita-lavoro”.
“Da questa ricerca – ha affermato Paolo Perticaroli, ricordando la conferenza regionale sulla famiglia in programma a inizio 2020 a Senigallia - ci auguriamo di ottenere una buona base di partenza per poter formulare valide proposte che siano da stimolo alle politiche per la famiglia”.
Il professor Maggioni, entrando nel cuore della ricerca, ha imputato il crollo delle nascite, special modo nelle Marche, ad una situazione di disagio e incertezza. “La cesura tra trend positivo e negativo – ha affermato - è rappresentata dalla crisi del 2008, con un 30% in meno di figli nati tra il 2012 e il 2018”.
Fonte: Ufficio stampa Consiglio regionale delle Marche