ANCONA - Il DPCM del 26 Aprile 2020 e alcuni Decreti del Presidente della Giunta Regionale (in particolare n. 142 e 143 del 30 Aprile e n. 147 del 6 maggio 2020) consentono, come è ormai ben noto, la pratica dell’attività motoria e sportiva all’aria aperta in ambito regionale, purché svolta individualmente, a meno che non si tratti di persone conviventi, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale e del divieto di assembramento. Quindi potremo spostarci all’interno della nostra regione per raggiungere, con mezzi propri o privati, la località dove intendiamo svolgere tale attività, tenendo conto delle eventuali maggiori restrizioni in alcuni Comuni. Per tutti gli appassionati della montagna la Fase 2 inaugura un nuovo inizio delle attività outdoor dopo circa due mesi di rigore e sacrifici.
Si segnala, in particolare, che l’ultimo DPGR consente espressamente nella nostra regione, tra le altre, le attività di trekking, mountain bike, arrampicata in falesia o esterno, purché, in questo caso, siano mantenute le distanze di sicurezza tra l’arrampicatore ed il compagno di sicura.
Tuttavia non si tratta di un via libera generalizzato, non è un ritorno alla normalità e neanche una ripresa delle nostre consuete attività in montagna. È necessario adottare un approccio prudente e responsabile a cominciare dalla programmazione delle nostre uscite, informandoci sulle disposizioni in vigore nel territorio dove si vuol intraprendere l’attività (non dimentichiamo le eventuali limitazioni all’interno dei Parchi) e dalla pianificazione degli spostamenti, anche per evitare di superare i confini regionali.
Le norme impongono precise attenzioni nei trasferimenti per la eventuale presenza di passeggeri in auto e nelle modalità di svolgimento dell’attività motoria e sportiva. Soprattutto va sottolineato che, come ci ricorda il Presidente Generale del Club Alpino Italiano Vincenzo Torti, non andiamo a trascorrere una giornata in montagna come nostra abitudine, si va per il tempo necessario a svolgere l’attività motoria e si ritorna a casa. Lo stesso DPCM vieta lo svolgimento di attività ludico-ricreative.
Per il responsabile svolgimento delle attività in montagna si tratta di ricordare le ordinarie regole di sicurezza che applichiamo normalmente quando programmiamo un’escursione, di ampliare le precauzioni alle nuove circostanze e di declinare un concetto molto più ampio e articolato di sicurezza nei confronti di un pericolo intangibile ed imprevedibile. Dobbiamo essere consapevoli che eventuali incidenti in montagna possono ulteriormente aggravare il carico di lavoro delle strutture e del personale sanitario.
Pertanto, nelle attività motorie e sportive svolte individualmente in montagna in questa Fase 2 dell’emergenza del Coronavirus, in aggiunta ai temi sulla sicurezza che si insegnano nei corsi e nelle attività del Club Alpino Italiano, si raccomanda ai soci marchigiani del Club Alpino Italiano e più in generale ai frequentatori dell’ambiente montano:
- Maggiore gradualità, perché dopo due mesi di riposo forzato le nostre capacità fisiche e di concentrazione sono minori, soprattutto se non si è svolta attività nei precedenti mesi invernali. Vanno preferiti percorsi non impegnativi, a piedi o in bici, in relazione alla propria preparazione fisica.
- Attenta valutazione degli itinerari tenuto conto che in questo periodo non è stata svolta alcuna manutenzione ai sentieri e che, di conseguenza, alcuni percorsi potrebbero presentarsi in precarie condizioni, anche per quanto riguarda la segnaletica.
- Evitare situazioni di affollamento, preferendo percorsi alternativi rispetto ai classici più frequentati e, quando possibile, muoversi nei giorni feriali.
- Portare con sé la mascherina, gel igienizzante, guanti e sacchetto per i rifiuti. Nel percorrere i sentieri la mascherina deve essere tenuta a porta di mano in modo da poterla indossare velocemente nelle situazioni di probabile incrocio con altri escursionisti. I DPI sono fondamentali in caso di intervento del soccorso per la propria e l’altrui sicurezza.
- Evitare attività a rischio. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ci ricorda che sono al momento vietate le attività ad alta intensità e potenziale rischio che vanno oltre le escursioni e lo sport finalizzato al benessere. In caso di intervento la procedura di soccorso a tutela dei soccorritori e dei soccorsi prevede ancora più complicate manovre di recupero e trasporto con sostanziale allungamento dei tempi.
- Ridurre il grado di difficoltà dell’escursione perché essendo consentita un’attività di tipo individuale, va ricordato che in montagna ciò rappresenta un aumento del rischio. Comunichiamo l’itinerario ai nostri familiari, portiamo sempre al seguito un cellulare e attiviamo App di tracciamento (ad es. GeoRescue).
- Non utilizzare i bivacchi di proprietà delle sezioni CAI perché trattandosi di spazi esigui e non sanificati non garantiscono i requisiti minimi di sicurezza, esponendo gli avventori al rischio di contagio. Ricordiamo che i rifugi sono attualmente chiusi.
Per quanto riguarda le attività sociali delle sezioni CAI si segnala che sono tutte temporaneamente sospese. Il Presidente Generale Torti ci ricorda che al di là delle disposizioni normative e della loro non sempre facile interpretazione, in questa Fase 2, il mantenimento della chiusura delle sedi sezionali conferma la prevalente attenzione per la salute pubblica ed il rispetto verso le persone.
L’epidemia di Covid-19 rimane un problema estremamente serio e la Fase 2 rappresenta un momento molto delicato in cui più che le regole contano la responsabilità, il buon senso e la dimostrazione di un atteggiamento di consapevole prudenza, per evitare pericolosissimi passi indietro.
Chi frequenta la montagna sa bene che è proprio in discesa che bisogna fare maggiore attenzione!
Gruppo Regionale CAI MARCHE
Sezioni CAI di Amandola, Ancona, Ascoli Piceno, Camerino, Fabriano, Fermo, Jesi, Macerata, Montefeltro, Pesaro, Potenza Picena, Sarnano, San Benedetto del Tronto, San Severino Marche, Senigallia.