ANCONA - Nel dicembre del 2018 Cittadinanzattiva delle Marche, movimento che si adopera per la tutela dei diritti umani, sociali e civili, per la promozione delle pari opportunità nonché per la tutela della salute, al fine di comprendere quale fosse lo stato di garanzia e tutela dei diritti all’accessibilità e alla mobilità dei cittadini marchigiani con disabilità, ha avviato un Progetto di Monitoraggio Civico incentrato sulla verifica dello stato attuale delle barriere architettoniche esistenti in tutti i 236 Comuni marchigiani mediante l’invio di un’email di accesso agli atti tesa ad accertare: l’applicazione di Peba e Pau; l’osservanza del rispetto della proporzione di almeno un parcheggio destinato alle persone disabili ogni 50 posti auto o frazione di 50 prevista dal D.P.R. 503/96; il trattamento in merito alla gratuità dei parcheggi all’interno delle strisce blu qualora gli stalli riservati alle persone con disabilità siano occupati, possibilità contemplata dal D.P.R. 151/12.
Prima di procedere con l’analisi dei dati, è opportuna una breve spiegazione delle ragioni che hanno spinto Cittadinanzattiva delle Marche ad eseguire questo monitoraggio. I Peba (piani eliminazione barriere architettoniche) sono stati introdotti dalla legge 41/86: avrebbero dovuto essere adottati entro un anno dall’entrata in vigore della stessa dai Comuni e dalle Province, pena un commissariamento “ad hoc” da parte delle Regioni mai avvenuto.
Attraverso un’integrazione della legge 104/92 ai Peba sono stati affiancati i Pau (piani accessibilità urbana): entrambi gli strumenti, se applicati congiuntamente, consentono di rilevare e classificare le barriere architettoniche presenti negli edifici pubblici ma anche negli spazi pubblici urbani così come di indicare delle proposte progettuali finalizzate all’eliminazione e di fare una stima dei costi.
Peba e Pau, pertanto, non sono solamente strumenti di monitoraggio ma anche di pianificazione e coordinamento degli interventi a favore dell’accessibilità poiché permettono una previsione del tipo di soluzione da apportare per ciascuna barriera evidenziata, dei relativi costi nonché delle priorità d’intervento. In merito ai parcheggi destinati ai disabili è evidente che la loro funzione primaria non sia di tipo economico, cioè la gratuità degli stessi, bensì quella di agevolare la mobilità delle persone con disabilità tramite la previsione di dimensioni maggiori rispetto a quelle di tutti gli altri parcheggi, a pagamento o meno, così da rendere più semplice la discesa e la salita in auto di coloro che necessitano di una carrozzina o che presentano in ogni caso difficoltà di deambulazione.
Le maggiori problematiche riguardanti questi parcheggi afferiscono alla non osservanza delle previsioni di legge: spesso difatti sono presenti in numero insufficiente rispetto al numero di contrassegni rilasciati, senza tener conto del fenomeno dei parcheggiatori privi di diritto che riduce ulteriormente la quantità degli stalli a disposizione. Infine il punto relativo alla gratuità dei parcheggi blu: il D.P.R. 151/12 dispone che questi parcheggi, qualora quelli destinati ai disabili siano occupati, siano resi gratuiti soltanto a discrezionalità dei singoli Comuni e ciò limitando ulteriormente la libertà di spostamento delle persone con disabilità.
Questa previsione pone in linea di principio diverse obiezioni ma una primeggia sulle altre: la disparità di trattamento, e dunque, la discriminazione che ne deriva nei confronti dei disabili, i quali non possono godere di una regolamentazione uniforme su tutto il territorio nazionale e quindi regionale, essendo rimessa alla discrezionalità del singolo comune la scelta di garantire parcheggi blu gratuiti per i disabili.
E’ doveroso precisare che tale questione sembrava aver trovato una giusta definizione con la recente PDL Gadda, che anche Cittadinanzattiva sostiene e che prevede un intervento di modifica dell’art. 188 del Codice della Strada attraverso l’inserimento di questo comma: “comma 3-bis.
E’ consentito ai veicoli al servizio di persone invalide, titolari di regolare contrassegno disabili, di sostare gratuitamente nelle aree di parcheggio delimitate dalle strisce blu”. A riguardo si ha notizia che è in corso l’iter parlamentare di questa proposta.
Bisogna però anche menzionare la recentissima sentenza della Corte di Cassazione che ha esteso, bocciando il regolamento del Comune di Torino, anche alle persone con disabilità titolari di contrassegno ma prive di auto o patente il diritto di parcheggiare (o meglio, far parcheggiare l’auto dei loro accompagnatori) gratuitamente sulle strisce blu, quando i posti riservati ai disabili sono occupati.
Questa sentenza rappresenta un importante precedente soprattutto in virtù della massima a fondamento della sua motivazione secondo cui la gratuità del parcheggio non risiede nell’agevolazione economica quanto nella promozione della partecipazione alla vita della comunità da parte delle persone con disabilità. Passando ora all’aspetto più specificamente tecnico, i dati emersi dal lavoro di monitoraggio svolto hanno delineato nella nostra regione una situazione purtroppo incresciosa e disomogenea.
Riepilogando i dati onde avere un quadro completo: su 236 Comuni hanno risposto soltanto in 62 di cui 17 della provincia di Ancona, 8 della provincia di Ascoli Piceno, 11 della provincia di Fermo, 16 della provincia di Macerata ed 10 della provincia di Pesaro-Urbino; soltanto 9 Comuni hanno applicato il Peba, 48 no e 5 non rispondono mentre solo 5 hanno applicato il Pau, 52 no e 5 non rispondono; 35 Comuni dichiarano di avere parcheggi per disabili all’interno del proprio territorio, i restanti comuni o non hanno risposto oppure nel rispondere hanno riferito di non avere parcheggi per disabili in conseguenza del terremoto che li ha colpiti oppure perché non hanno parcheggi a pagamento nel proprio comune: da quest’ultima risposta si intuisce facilmente come non venga ancora compresa la funzione di questa tipologia di parcheggi, legata non alla gratuità degli stessi ma ad una maggiore tutela della mobilità delle persone disabili; i parcheggi all’interno delle strisce blu sono gratuiti per le persone con disabilità soltanto in 10 Comuni fra quelli che ci hanno risposto.
Analizzando le singole Province emerge che, rispetto a Peba e Pau, Ancona è la più virtuosa ( su 17 Comuni 6 hanno disposto il Peba e 4 il Pau) al contrario fanalino di coda è la Provincia di Ascoli Piceno ( di 8 Comuni nessuno ha usufruito di questi 2 strumenti). D’altronde però anche per le province di Pesaro-Urbino, Macerata e Fermo la situazione non è migliore.
Eppure non abbiamo notizia di comuni che la Regione avrebbe dovuto commissionare in forza della legge del 1986, ovvero in conseguenza della mancata adozione dei Peba. In merito ai parcheggi per disabili il primo posto è assegnato alla Provincia di Pesaro-Urbino ( su 10 Comuni, 8 con parcheggi destinati ai disabili) mentre all’ultimo posto della classifica si posiziona Macerata ( su 16 Comuni, solo 7 con parcheggi per persone con disabilità).
Infine, relativamente alla gratuità del parcheggio all’interno delle strisce blu, i peggiori riscontri sono per la Provincia di Pesaro-Urbino nella quale, pur priva di Comuni rientranti nel cratere sismico e con un solo Comune senza parcheggi a pagamento, solo un Comune su 10, tra quelli che hanno risposto al monitoraggio, ovvero Pesaro, consente di sostare gratuitamente in questi parcheggi.
E’ in aggiunta doveroso sottolineare come Comuni ad alta densità di popolazione (Ascoli, Fano, Senigallia, Osimo, Civitanova), a differenza di parecchi centri a medio-bassa densità, non abbiano dato alcun seguito alla richiesta di accesso agli atti.
Da questa prima valutazione del monitoraggio l’intero panorama marchigiano appare desolante per l’evidente mancanza di un organico assetto progettuale nell’intento di rendere il nostro territorio, le nostre città a misura di disabile e in concreto rispecchianti un’attenzione e una sensibilità nella tutela dei diritti all’accessibilità e alla mobilità. Pertanto si delinea comprensibilmente anche una marcata disuguaglianza fra le Province della Regione e i Comuni all’interno delle stesse Province: i dati raccolti, seppur parziali, non lasciano dubbi rispetto alla diversa opportunità di fruire dei diritti all’accessibilità e alla mobilità di cui può godere un disabile delle Marche in relazione al luogo in cui risiede.
Questa situazione si verifica purtroppo perché, in assenza di un coordinamento fra le singole istituzioni a vari livelli considerate, non vengono utilizzati neanche quegli strumenti che la legge fornisce per facilitare l’accessibilità e la mobilità delle persone disabili. Una volta concluso il monitoraggio, con l’intento di illustrare e valutare insieme gli esiti scaturenti dal lavoro, Cittadinanzattiva delle Marche ha poi contattato diverse Associazioni regionali per disabili delle Marche.
In 7 (Aias sezione di Pesaro, Aniep sezione di Ancona, Anmic sezione di Macerata, Anmic sezione di Pesaro A.P.M. Associazione Paraplegici Marchigiani, Associazione Marchigiana Traumatizzati Cranici Andrea e Piattaforma Solidale di Pesaro) hanno manifestato la volontà di avviare una collaborazione e sottoscrivere un Protocollo d’Intesa con Cittadinanzattiva delle Marche: presupposto del protocollo è la convinzione da parte delle suddette Associazioni che non si può più prescindere da una UNIONE di FORZE MIRATA a MIGLIORARE la CONDIZIONE e dunque la QUALITA’ di VITA delle PERSONE DISABILI nella nostra regione.
Scopo del protocollo è primariamente superare le disuguaglianze evidenziate dal monitoraggio, che ad oggi, come precedentemente sottolineato, rendono difficile poter fruire dei diritti all’accessibilità e alla mobilità in tutti i Comuni della nostra Regione. Obiettivi, proposti e condivisi dalle associazioni aderenti, sono fra gli altri: introdurre una figura garante della disabilità all’interno dei Comuni (prendendo spunto dall’iniziativa già avviata con successo nella città di Pesaro); adeguare le dimensioni di una parte dei parcheggi blu per renderli concretamente utilizzabili anche da chi si trova in carrozzina; inserire un chip elettronico nel contrassegno disabili con congiunta collocazione di rilevatori nei varchi di accesso alle ztl così da facilitare l’ingresso attraverso un meccanismo simile a quello in uso per i telepass.