ANCONA - Anche le Acli marchigiane vogliono attirare l’attenzione sulla cosiddetta “Rotta balcanica”. Lungo il percorso della Sava e della Drina, e nella terra di Grecia, migliaia di persone provenienti dal Medio Oriente e dai paesi dell'Asia centrale, in un lungo pericoloso viaggio, in balia di trafficanti di uomini, tentano di arrivare nell'Unione Europea, per trovare lavoro, aiuto, libertà e la speranza di una vita migliore. Bloccati da anni in indegni campi profughi, vivono una vita ai margini picchiati dalle polizie di frontiere se tentano i confini, alcuni muoiono affogando nei fiumi, altri soffocati negli antri dei camion o feriti da mine rimaste sui campi di una guerra lontana. Una morte iniqua. “Abbiamo incontrato – dicono gli operatori di IPSIA che si trovano proprio in quella zona - queste persone queste famiglie in Bosnia e in Serbia e cercato di ridargli un ristoro, uno spazio di dignità, di socialità e umanità. Difficile ai tempi del covid, trovare tempo mezzi e risorse per esprimere e concretizzare una solidarietà internazionale. Ma era nostro dovere e continueremo a farlo”. Ai margini dei confini orientali d'Europa, si è creato ormai un piccolo universo semi carcerario di campi e centri di accoglienza che si affacciano su reticolati e fili spinati costruiti nell'illusorio tentativo di fermare popoli dolenti in fuga. IPSIA, organizzazione non governativa promossa dalle ACLI per trasformare in iniziative di cooperazione internazionale esperienze e valori di associazionismo popolare, chiede di non inviare direttamente aiuti materiali ma di sostenere con donazioni i progetti umanitari portati avanti, anche per favorire l'economia locale e poter aiutare a rispondere ai bisogni delle persone man mano che si evidenziano. Per donare si può effettuare un bonifico sull’Iban IT35S0501803200000011014347 presso Banca Popolare Etica (conto intestato a IPSIA) Codice BIC Swift: CCRTIT2T84A oppure un versamento sul conto corrente postale numero 1051449377 Intestato a: Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli IPSIA.