Giovo

“Salvare l’ambiente? Il primo passo è provarci”

6 minuti di lettura (1101 parole)
Screenshot-2024-12-19-15532_20241219-145722_1

Dai parchi pubblici alle scuole, con ramazza e sacchetti. L'impegno di Giacomo per la "sua" Jesi


Il Covid ha messo in difficoltà il mondo del volontariato. Alcune associazioni non hanno retto l'urto del lockdown. Altre, dopo un periodo di stallo, hanno ripreso le attività. D'altro canto il Covid ha anche dato una spinta vitale alla solidarietà e molte associazioni si sono costituite proprio in quel periodo. Come JesiClean, associazione culturale e ricreativa nata a Jesi (An) all'inizio del 2021 dalla passione per l'ambiente di alcuni giovani amici.

Ce ne parla Giacomo Mosca, ventitreenne jesino, segretario e socio onorario dell'associazione.

Giacomo Mosca
Come è nata questa esperienza? 

Un po' per caso, ormai quattro anni fa. C'era il Covid e io e altri sette-otto ragazzi e ragazze non sapevamo cosa fare. C'era un parco della nostra città che versava in condizioni che dire degradate è poco. Ci siamo detti: 'Perché non provare a metterci in gioco per fare qualcosa che non abbia solo un riscontro personale, ma che possa portare un risultato concreto e tangibile a tutta la città?'. Abbiamo provato a coinvolgere più gente possibile e, con molta felicità e sorpresa, ci siamo ritrovati in questo parco in più di cento persone. Vista la buona riuscita dell'evento, abbiamo deciso di fare sul serio. Tramite una cara amica, abbiamo creato un'associazione. Abbiamo iniziato a fare molte attività nel territorio e ci siamo ritrovati a collaborare con tantissime realtà, sia locali sia molto più grandi.

Come ti sei avvicinato al volontariato ambientale? 

L'ambiente è sempre stato un tema verso il quale ho riposto molta attenzione, nelle azioni quotidiane e nelle scelte un po' più complesse e articolate. La sensibilità verso tematiche come transizione ecologica, ecologia e tutto il verde della natura che ci circonda, in me, c'è sempre stata fin da piccolo. Sono convinto che piccoli gesti come chiudere l'acqua quando ci si lava i denti, raccogliere gli escrementi del cane quando si va in giro o non gettare il mozzicone di sigaretta possano fare la differenza. Certo, se li compie una sola persona, nel mondo non cambia nulla. Ma se ognuno di noi fa un piccolo sforzo in più, possiamo farcela. Il primo passo è quello di provarci.
Ascolta l'intervista

Di cosa si occupa JesiClean? 

Principalmente, di creare eventi di pulizia all'interno della città e momenti di sensibilizzazione nelle scuole. Lo scorso anno siamo riusciti ad andare in quasi tutte le scuole di Jesi. Abbiamo partecipato ad assemblee di classe e di istituto. Ci siamo ritrovati un quantitativo di studenti e studentesse molto numeroso per una realtà come la nostra, che era nata da poco più di un anno e mezzo. Stare a contatto con così tanti giovani e spiegare loro perché è nata l'associazione e quali sono i suoi obiettivi è stato molto soddisfacente.
Una campagna di pulizia

Come vi ha accolti la città? 

Tante persone hanno chiesto di unirsi a noi. Perciò, quando abbiamo fondato l'associazione, abbiamo deciso di aprire le porte a chiunque volesse entrare a far parte della nostra grande famiglia. Ad oggi, siamo arrivati a circa 70-80 iscritti e continuano ad aumentare. La più giovane ha circa tre anni, il più anziano 85. Abbiamo un ricambio generazionale che in tantissime realtà non è semplice trovare e siamo contenti di accogliere chiunque condivida i nostri ideali e i nostri obiettivi.

Qual è il rifiuto più strano che avete trovato? 

Un bidet molto pesante. Ci è capitato anche di trovare grandi quantità di gomme di auto, frigoriferi, reti e materassi e, purtroppo, anche di siringhe e animali morti. Ma il rifiuto che abbiamo trovato in maggiore quantità, senza ombra di dubbio, sono i mozziconi di sigaretta. Ogni volta che facciamo un evento di pulizia ne troviamo un quantitativo veramente grande. Davanti all'ospedale di Jesi, in dieci metri quadri, ne abbiamo raccolti oltre cinquemila. Era veramente un tappeto di mozziconi.

Qual è il ricordo da volontario a cui sei più legato? 

Quando, per una festa di fine anno in una scuola della nostra città, ci chiamarono per raccontare chi eravamo, che cosa facevamo e perché lo facevamo. Alla fine della nostra presentazione, andammo nel parco dove avevamo fatto la nostra prima iniziativa di pulizia, solo che questa volta insieme a una sessantina di giovani studenti e studentesse. Era un parco molto grande e loro, nel giro di mezz'ora, avevano ripulito tutto, raccogliendo un quantitativo di rifiuti veramente importante. La prima volta, con più di cento persone, ci avevamo messo quasi mezza giornata. I ragazzi l'avevano presa quasi come una gara a chi riempiva di più i cestini che gli avevamo dato insieme alle pinze. Con la massima naturalezza, hanno fatto un'azione importante, per la quale il resto della città ci ha e li ha ringraziati.
Una campagna di sensibilizzazione

Cosa ti dà il volontariato? 

Soddisfazione. Ovviamente, richiede impegno e costanza, ma si tratta di volontariato, quindi lo si fa se si ha il piacere di farlo, se si pensa che sia del tempo da dedicare alla collettività, senza dover per forza avere un tornaconto economico o personale. Credo che siamo noi i primi a dover riuscire a capire che è il momento di metterci in gioco, che se c'è qualcosa che non va, l'unico modo per provare a migliorarlo sia tramite un impegno attivo. È un'esperienza che consiglierei assolutamente. 

Un desiderio? 

Raggiungere quota cento iscritti e riuscire a trovare uno strumento contro l'abbandono dei rifiuti, che riesca a impattare in maniera concreta sulla città. C'è una grande attenzione al tema dell'ambiente da parte dei giovani, mentre abbiamo notato un segno di rassegnazione da parte delle persone più grandi. Questo, da una parte ci fa pensare che ci sarà un ottimo futuro per Jesi, dall'altra ci fa un po' preoccupare perché diciamo: 'Ok, ma quanto lavoro in più dovremo fare, se le persone che prima erano giovani e ora sono adulte o anziane non hanno più questo particolare occhio di riguardo nei confronti dell'ambiente?'. Questo ci dà ancor più la spinta per continuare la nostra mission e per cercare di arrivare sempre più nel profondo del territorio, provando a raggiungere più persone possibile. 



Alice e la Colletta Alimentare: un gesto che fa la....
L’esperienza di Marco, volontario di 2hands Ancona