CIVITANOVA MARCHE (An) - Attivamente Associazione Alzheimer odv di Civitanova Marche, per il terzo anno consecutivo, vede riconoscersi dal Csv Marche la proposta formativa offerta ai caregivers (familiari, volontari e operatori) che si occupano della cura di persone che convivono con una diagnosi di demenza.
Il progetto che l’Associazione propone ha come obiettivi:
- Offrire nuove visioni sul processo di cura che comprendano la mente, il corpo e le emozioni, individuando nella relazione il punto centrale di questo processo;
- Sostenere i caregivers offrendo loro strumenti che allenino la resilienza ed alimentino l’autoefficacia percepita dagli stessi;
- Strutturare una rete di protagonisti attivi nel territorio (singoli individui, volontari, associazioni, professionisti, istituzioni…) che possano informarsi riguardo la malattia, imparare a riconoscerla e diventare sostegno e risorsa per chi ne viene direttamente interessato;
- Proporre una riflessione sulla necessità di una svolta culturale riguardo la diversità e la malattia;
- Proporre l’inclusività iniziando da un cambio di linguaggio, necessario per riuscire a vedere veramente la persona nella sua interezza e non solo nelle sue caratteristiche e peculiarità che, pur rendendoci unici e irripetibili, diventano stigma nel caso di malattia o diversità non accolta. Modificare il linguaggio, divenuto spesso solo uno sterile strumento per una rapida classificazione (gli Alzheimer, i dementi, il malato, i fuori di testa ecc…) aiuterà a trasformare ogni attore del processo di cura in un possibile facilitatore di relazioni e aiuterà ad avere uno sguardo olistico ed accogliente verso l’altro.
Il progetto vede fra i suoi parteners l’Associazione “Sentinelle del mattino” di Civitanova Alta ed ha il sostegno ed il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Civitanova Marche.
Per annunciare e promuovere il nuovo corso di formazione si terrà LUNEDI 29 MARZO p.v. alle ore 21,00 una video conferenza su piattaforma ZOOM alla quale interverranno anche i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale e dell’Associazione, nonché la docente del corso. Per modalità d'iscrizione, consultare il flyer in allegato.
Dai dati dell'ISS aggiornati al 2 dicembre 2020, relativamente alla pandemia, in Italia su un campione di 55.824 pazienti deceduti positivi all’infezione da SARSCoV-2 il numero di deceduti nei quali il Covid è stato la causa direttamente responsabile della morte presentava un’età media di circa 80 anni; inoltre oltre 14 milioni di persone in Italia convivono con una patologia cronica e di questi 8,4 milioni sono ultra 65enni.
Sono proprio loro, le persone doppiamente fragili per età e per patologie pregresse alle quali si richiedono maggiori attenzioni e sacrifici con la modificazione delle proprie abitudini (non poter più uscire, frequentare luoghi e persone conosciute) e con l’allontanamento dagli affetti più cari, basti pensare alle persone ricoverate in ospedali, RSA o case di riposo.
A questi numeri, terrificanti, la risposta offerta dal servizio pubblico in quest’ultimo anno è stata principalmente protettiva: l’ISOLAMENTO.
Tutto questo non ha tenuto conto di un aspetto importante e fondamentale: le persone sono corpo, mente ed anima e vanno considerate sempre nella loro interezza.
Ancor di più questo aspetto diventa prioritario quando approfondiamo la ricerca nei confronti di coloro che convivono con la demenza.
In effetti uno studio del tutto rivoluzionario («Feelings without memories», Guzman-Velez, Feinstein, Tranel) ha potuto dimostrare nel 2014 che, nonostante la perdita di funzioni causate dai danni cerebrali connessi alla demenza, l’amigdala mantiene la propria capacità funzionale in qualsiasi individuo, fino all’ultimo respiro; l’amigdala è nota come responsabile della percezione delle proprie e altrui emozioni.
Questo diventa pertanto il canale per prendersi cura di coloro che hanno anche delle funzioni cognitive compromesse: la relazione.
L’isolamento forzato a cui in questo ultimo anno sono state sottoposte le persone che convivono con la demenza e i loro caregivers li ha privati di possibilità relazionali, aumentando le fatiche degli uni e degli altri, con un conseguente peggioramento della qualità di vita.
Ogni 3 secondi viene registrato un caso di demenza nel Mondo. Dal rapporto mondiale sull’Alzheimer 2019 ad oggi ci sono 50 milioni di malati; in Italia si stima vivano 1 milione e 241 mila persone con diagnosi di demenza. L’Alzheimer rappresenta circa il 50-60% delle demenze complessive.
Fino al 5 per cento delle persone che soffrono di questa malattia riscontra un'insorgenza precoce del morbo di Alzheimer (noto anche come “insorgenza anticipata”), che spesso appare quando una persona ha tra i quaranta e sessant'anni (Alzheimer’s Association, 2020).